Il pupo vi dà da pensare perché da qualche tempo presenta zone rosse e screpolate, che prudono fortemente? Potreste trovarvi dinanzi alla dermatite atopica, una malattia cutanea che è quasi “normale” nei neonati entro il primo anno di vita, ma che si può manifestare anche in tutte le altre età della vita.
Si chiama “atopica” perché non ha un luogo prescelto per comparire. Però, molto spesso, colpisce prima il viso, specialmente sulle guance e sulla fronte, per poi espandersi sull’addome, nelle pieghe morbidose di braccine e gambine e perfino nel lato B, a contatto con il pannolino.
Esistono già diversi prodotti in crema, più o meno naturali, da applicare sulla pelle per alleviare gli effetti della dermatite atopica; le novità, come al solito, giungono dal mondo scientifico, che ha appena sancito l’utilità dei probiotici, i batteri «buoni» che contribuiscono a riequilibrare la flora intestinale.
In particolare, in una rassegna di studi pubblicati sulla rivista Jama Dermatology, si è visto che la loro assunzione da parte di donne in gravidanza o che allattavano al seno, ma anche da parte degli stessi neonati, sembrerebbe ridurre le possibilità di sviluppare la dermatite atopica, o quanto meno la sua gravità. In particolare, il risultato con il miglior effetto a lungo termine sembra essere quello del Lactobacillus rhamnosus.
Altri dati, raccolti dai ricercatori americani, evidenziano gli effetti positivi anche dell’acido gamma-linolenico (un acido grasso polinsaturo della serie omega-6) che sembrerebbe contribuire a ridurre la gravità della dermatite, mentre l’integrazione con prebiotici (particolari carboidrati che rappresentano il principale nutrimento dei probiotici) e semi oleosi di ribes nero (ricchi di acido gamma-linolenico e acidi grassi omega-3) aiuterebbe, addirittura, a prevenire la malattia.
Pronte a provare?
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