Per le donne italiane, la dolce attesa può aspettare… Le italiane partoriscono, infatti, il loro primo figlio (spesso l’unico) mediamente all’età di 32,4 anni, mentre per le straniere residenti nel nostro Paese l’età scende a 28,9.
I dati ufficiali, del 2008, sono stati presentati nel VII Rapporto dell’Evento Nascita in Italia, che rileva e raccoglie le informazioni provenienti dal Certificato di Assistenza al Parto dei 551 punti nascita presenti nel territorio nazionale ed è stato pubblicato sul sito del ministero della Salute.
Nella rilevazione si legge che l’88,4% dei parti è avvenuto negli Istituti di cura pubblici, l’11,4% nelle case di cura e solo 0,2% altrove. Il 67,0% dei parti si svolge in strutture, dove avvengono almeno 1.000 parti annui. L’elevata età media della prima gravidanza giustificherebbe (forse) l’alto numero di parti cesarei.
Le nascite da cittadine straniere rappresentano il 16,9% sul totale dei parti, con delle punte significative in alcune regioni italiane, in particolare spicca il caso dell’Emilia Romagna, dove un quarto dei bebè ha una mamma straniera.
Le aree geografiche di provenienza più rappresentative, sono quella dell’Africa (27,2%) e dell’Unione Europea (25,6%). Le madri di origine Asiatica e Sud Americana sono rispettivamente il 17,8% e il 9,1% di quelle non italiane.
Delle donne che hanno partorito nell’anno 2008, il 45,3% ha una scolarità medio alta, il 34,8% medio bassa e il 19,9% ha conseguito la laurea. Fra le straniere prevale invece una scolarità medio bassa (45,6%).
Da questi dati emerge anche un’altra informazione interessante: quasi tutti i papà decidono di assistere al parto. Il 92% riesce ad essere presente con serenità, infondendo sicurezza alla propria compagna e partecipando attivamente al travaglio della dolce metà: tenendole la mano e guidando la respirazione. Solo l’8%, invece, non assiste alla nascita dei propri pargoli.
I dati sulle nascite dovrebbero farci riflettere sulle attuali politiche familiari, oltre che su quelle di tutela per le donne che lavorano. L’Italia tarda ed il paese invecchia.