Fertilità, stili di vita. Al convegno dell’Eshre (Società europea di riproduzione umana ed embriologia) che si è tenuto a Istanbul qualche giorno fa, si sono anche festeggiati i primi cinque milioni di bimbi nati in provetta. Ma, complice la crisi, sono sempre meno le coppie che ricorrono alla fecondazione in vitro. Pensate a quanto possa costare ad una coppia in termini di viaggi, soggiorni, cicli rimborsabili o meno. Così è stato quasi naturale riflettere ancora una volta sul rapporto tra gli stili di vita e la fertilità, problema che riguarda sia le donne che gli uomini.
È stata proprio l’Eshre a presentare uno studio al riguardo nel corso del convegno. Ma i risultati sono ancora molto nebulosi. Ad esempio, il rapporto tra il consumo di caffeina e la fertilità è stato studiato a più riprese senza avere mai un riscontro scientifico e univoco. Lo studio Eshre sostiene che cinque tazze di caffè americano al giorno diminuirebbero le possibilità di far riuscire la fecondazione del 50%. Ma l’assenza di dati veramente attendibili non ci fa dire nulla di sostanziale al riguardo.
È certo, invece, che il fumo faccia davvero male alla fertilità. Pensate che in alcuni paesi la condizione per partecipare ai cicli di fecondazione è non fumare da almeno 6 mesi. Un altro problema è quello dell’essere troppo magri o sovrappeso. Entrambe le condizioni pesano sulla fertilità e anche sui trattamenti per avere un bambino. Le donne che consumano molti grassi nell’alimentazione (circa il 25% delle calorie totali) infatti, producevano circa 3 ovociti maturi in meno rispetto a quelle con il consumo minore.
Insomma, lo stile di vita è davvero decisivo e la fecondazione in vitro lo dimostra. Per avere un bambino bisogna essere in buona salute ed eliminare le cattive abitudini, soprattutto fumo, alcool e alimentazione disordinata.
Sara Tagliente