Di test di gravidanza ne esistono di diversi tipi e, come intuibile, non tutti hanno un identico meccanismo e la stessa praticità. Da quelli più tradizionali a quelli digitali, da quelli più conosciuti a quelli più innovativi, la “giungla” dei test di gravidanza è talmente ricca ed eterogenea che… merita un nostro approfondimento!
Indice
Cosa sono i test di gravidanza?
Anche se per la maggior parte delle nostre lettrici (e lettori) potrebbe essere superfluo, giova rammentare che i test di gravidanza sono – appunto – dei test che attraverso delle reazioni chimiche alla gonadotropina corionica (il Beta hCG o, se preferisci, l’ormone della gravidanza), permettono di comprendere se si sia o meno incinta.
In altri termini, depositano sul tampone una quantità di urina, gli anticorpi che sono presenti scateneranno o meno una reazione chimica a seconda che sia presente l’ormone della gravidanza.
A quel punto il test comunicherà l’esito all’utilizzatrice, generalmente mediante la valorizzazione di una linea, che diventerà visibile, e di consistenza pari alla linea di controllo, se il test è positivo e, dunque, si è nelle prime fasi della gravidanza.
Come sono fatti?
Da quanto sopra dovrebbe essere piuttosto chiaro che il test di gravidanza non è nient’altro che un piccolo dispositivo con un tampone assorbente (la parte visibile esterna), che è collegato a una striscia reagente (si trova all’interno), che a sua volta è collegato alle linee (di controllo e di gravidanza).
I test di gravidanza più evoluti hanno però sostituito le linee di controllo e di gravidanza con un display che comunica in maniera più chiara se si stia verificando una gravidanza. E, quelli più innovativi, sono anche in grado di suggerire da quante settimane è iniziato il percorso che condurrà al parto.
Insomma, il meccanismo cambia, il modo di manifestare la gravidanza anche, ma il funzionamento in termini di reazione chimica è più o meno sempre lo stesso.
Test di gravidanza e settimane dal concepimento
Come abbiamo avuto modo di commentare poche righe fa, i testi di gravidanza più evoluti sono in grado di comunicare all’utilizzatrice anche il numero di settimane dal concepimento. Ma si tratta davvero di un’informazione così importante?
Considerato che questi test hanno generalmente un costo molto superiore a quelli più tradizionali e meno evoluti, molte donne si domandano se valga realmente la pena investire più denaro in questi dispositivi, o se invece sia preferibile attrezzarsi con dei test “vecchio stile”.
In realtà, è bene sottolineare che i test che indicano il numero di settimane dal concepimento non forniscono un’idea precisa dell’evoluzione della gravidanza, ma servono solo a dare un’idea – grossolana – del periodo di concepimento. Insomma, nella pratica questi test non hanno una grande utilità, visto e considerato che poi per poter “datare” correttamente la gravidanza è necessario fare un’ecografia e la misurazione dell’embrione.
Inoltre, gli esperti sottolineano come questi test fanno riferimento all’età concezionale, considerando come primo giorno il giorno del concepimento. Per didattica medica internazionale, invece, bisogna considerare l’età gestazionale, prendendo come primo giorno di gravidanza il primo giorno dell’ultima mestruazione.
Test di gravidanza con falso positivo
Purtroppo, l’attendibilità di questi test non è mai al 100%. Tuttavia, una cosa è certa: il fatto che i test diano risultati “falsi positivi” è un mito da sfatare, valutato che l’ormone della gravidanza si manifesta solo ed esclusivamente (appunto!) in gravidanza.
Tuttavia, è pur possibile che un test realizzato precocemente risulti positivo, e che un secondo test fatto dopo qualche giorno risulti invece negativo. In queste ipotesi si parla di gravidanza biochimica, ovvero di una gravidanza che si è interrotta spontaneamente dopo pochi giorni dal concepimento: succede abbastanza spesso e… non è certo colpa del test di gravidanza!