Fumo e gravidanza non vanno per niente d’accordo. Né se a fumare è la futura mamma, né se a fumare è il futuro papà.
Se al tempo del concepimento il papà ha il vizio delle bionde, a pagarne le conseguenze è pur sempre il feto, il cui DNA può essere così danneggiato tanto da aumentare il rischio di sviluppare un tumore.
È quanto emerge da una indagine dell’University of Bradford in Gran Bretagna, secondo cui dei marker di danni al DNA contenuto nello sperma o nel sangue del padre al momento del concepimento si ritrovano anche nel DNA dei figli. Indagine che, tra l’altro, viene a ribadire quanto già esposto l’anno scorso al Congresso annuale Eshre – European Society of Human Reproduction and Embriology, quando si dimostrò che la frammentazione del DNA spermatico, determinata anche dalle sigarette, favorisca aborti spontanei.
“Tramite dei biomarker molto sensibili – ha spiegato Diana Anderson, autrice dello studio pubblicato sul Faseb Journal – siamo stati in grado di determinare il ruolo dell’esposizione al fumo nei padri prima, dopo e durante il concepimento. Esiste una correlazione evidente tra biomarker del danno da fumo nei padri e danni al DNA dei figli“.
Ennesima conferma, insomma, di quanto conti lo stile di vita di futuri genitori sulla prole in arrivo.