Se avete ancora in casa i vecchi termometri a mercurio, conservateli con cura, potrebbero essere l’unico modo che ci può permettere di misurare la febbre in modo efficace e affidabile.
Da quando infatti questo tipo di misuratori della temperatura corporea sono andati in pensione, il 3 aprile 2009, in base a una direttiva europea, sono in tanti a diffidare dei nuovi termometri elettronici pur riconoscendo che sono meno inquinanti per l’ambiente.
La questione dell’effettiva utilità e precisione dei nuovi sistemi di misurazione è diventata di maggiore attualità dopo alcune vicende di malasanità in cui è stata attribuita la colpa ai sistemi di rilevazione timpanica considerati poco efficaci perché facilmente influenzabili da fattori ambientali, anatomici e di pulizia del condotto uditivo. E spesso capita che nei presidi ospedalieri, gli infermieri portino da casa dei termometri al mercurio per assicurare la rilevazione.
Enrica Vecchi, appartenente alle Farmacie comunali riunite di Reggio Emilia, ha espresso la sua opinione in merito alla questione: “Qualche differenza nella misura della temperatura c’è, ma siamo nell’ordine dei decimi di grado: se un termometro segna due gradi in meno di un altro vuol dire che uno dei due è difettoso. Quello che cambia è la stabilità: il mercurio, se mi provo la febbre adesso e tra qualche minuto, mi dà lo stesso risultato, invece una misurazione ripetuta più volte con uno strumento digitale o a infrarossi registra un numero di variazioni maggiore. E può essere un problema per chi è abituato a un’indicazione netta“.
Di certo tutti questi sistemi sono stati testati con cura prima del loro ingresso sul mercato, quindi sembra abbastanza strano parlare di una loro mancata precisione, ma invece si potrebbe/dovrebbe parlare di una maggiore sensibilità, così come ha sottolineato Maurizio Pace, segretario della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi): “I nuovi termometri sono influenzati dall’umidità, dalla temperatura esterna, dalla distanza a cui vengono posti: la lettura della temperatura implica la valutazione contemporanea di tutta una serie di parametri. In pratica la misura cambia se, per esempio, la stanza è più o meno umida, se la finestra è aperta o il termosifone è acceso o, nel caso del termometro auricolare, se la sonda non è ben pulita“.
Ma come si può ovviare questo problema della maggiore sensibilità e avere comunque precisione? Per Pace la soluzione sarebbe quella di utilizzare il galinstan che funziona come il mercurio ma non ha la sua tossicità.
A difendere i nuovi termometri ci ha pensato Fernanda Gellona, direttore generale Assobiomedica, che ha anche dato alcuni consigli su come difendersi dagli apparecchi difettosi o non conformi: “I termometri, di tutti i tipi, sono dispositivi medici e come tali soggetti alle normative europee: quelli nuovi sono più complessi e sofisticati, e forse per questo più delicati, ma non meno affidabili se rispettano i requisiti richiesti per legge. Sulla confezione deve esserci il simbolo “Ce” seguito da un numero che attesta la certificazione, in più sia il bugiardino che tutte le altre scritte devono essere, per legge, in italiano. Poi è necessario leggere bene le norme d’uso e quelle di conservazione“.
E tra i vantaggi delle nuove strumentazioni per misurare la febbre, ricordati dalla Gellona, c’è quello della velocità: bastano pochi secondi per misurare la febbre a differenza di quelli a base di mercurio che richiedevano un tempo minimo di 5 minuti.
Vale anche questa volta il detto che non bisogna mai cambiare il vecchio per il nuovo? In effetti sembra sia proprio così, almeno per ora. Gli unici vantaggi sono quelli ambientali: ma si può mettere in pericolo invece la salute delle persone per evitare di usare il mercurio?
Lazzaro Langellotti