I genitori dovrebbero resistere alla tentazione di correre alla culla quando il loro bambino piange di notte, dicono gli esperti. I piccoli dovrebbero essere lasciati a calmarsi da soli, fin quando non si riaddormentano.
Forse può apparire una scelta un po’ crudele, ma è quanto consigliano gli esperti della Temple University di Philadelphia in uno studio pubblicato sulla rivista Developmental Psychology.
I ricercatori hanno chiesto a più di 1.200 genitori quali fossero le abitudini legate al sonno dei propri figli, scoprendo che fino all’età di sei mesi esistevano due gruppi ben distinti. Mentre due terzi dei bimbi dormiva tutta la notte, un terzo era solito svegliarsi almeno una volta. Tra coloro che non riuscivano a dormire consecutivamente erano maschi, spesso allattati al seno e con madri tendenti alla depressione o ad avere un’eccessiva sensibilità.
Analizzati durante il sonno, tutti i bambini, proprio come tutti gli adulti, si sono mossi attraverso un ciclo di sonno tra 1,5 e 2 ore, in cui si svegliano per poi tornare a dormire. Alcuni di loro lo facevano piangendo e chiamando quando si risvegliavano, altri, invece, erano in grado di riaddormentarsi da soli. Ben il 66% dei bambini non si svegliava affatto, o si svegliava solo una volta alla settimana. Ma un 33% si svegliava sette notti alla settimana fino ai sei mesi, scendendo a due notti a 15 mesi e a una notte alla settimana a 24 mesi. Questi bimbi, nei test che valutano il temperamento difficile, presentavano irritabilità e tendenza a distrarsi.
“Quando le madri entravano in sintonia con questi risvegli notturni, allora il bimbo era impossibilitato a imparare come auto-lenirsi, che è fondamentale per regolare il sonno“, spiega il professore Marsha Weinraub, consigliando di mettere i piccoli a letto sempre alla stessa ora, lasciarli riprendere sonno da soli e resistere alla tentazione di correre subito a ogni risveglio.
I ricercatori sostengono anche che le madri che sono depresse tra i 6 e i 36 mesi di età del figlio, potrebbero essere state sotto stress durante la gravidanza. La depressione potrebbe così incidere sullo sviluppo neurale del bambino e sui risvegli durante il sonno. Per questo, dicono, è importante ricordare che la privazione del sonno può aggravare la depressione materna, in una sorta di circolo vizioso. “Le madri del nostro studio con neonati che manifestavano molti risvegli alla settimana, avevano problemi personali e famigliari“, conclude Weinraub a sostegno della pratica di lasciare i bimbi a piangere e auto calmarsi.
E voi siete d’accordo con questa linea?
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Roberta Ragni