Lo iodio in gravidanza. Questo minerale, prezioso per la nostra salute e indispensabile per il funzionamento della ghiandola tiroidea, è ancor più fondamentale per le donne incinta, visto che una dose sbagliata può portare il bambino a sviluppare ipotiroidismo, con il manifestarsi del “gozzo”, ovvero l’aumento del volume della tiroide. Assumerne troppo, però, è pericoloso.
L’allarme arriva da uno studio dei ricercatori dell’Oregon University, pubblicato sul Journal of Pediatrics, che descrive tre casi di questa malattia, con mamme che hanno assunto 12,5 milligrammi di iodio al giorno, undici volte i limiti consigliati, che sono passati ai bimbi sia tramite la placenta che, dopo la nascita, con il latte materno. I loro bimbi hanno mostrato livelli di iodio nel sangue 10 volte superiori al normale, causati proprio da un eccesso di supplementi assunti dalla mamma.
“L’eccesso di iodio causa un temporaneo stop alle funzioni della tiroide – hanno spiegato gli autori- questo effetto negli adulti e nei bambini più grandi diminuisce dopo qualche settimana, mentre la tiroide non ancora sviluppata dei feti e dei neonati non è in grado di difendersi, e rischia danni permanenti. È consigliabile assumere supplementi allo iodio, ma senza eccedere“, spiegano gli autori. L’Oms, infatti, consiglia 100-200 microgrammi di iodio al giorno, anche se negli Usa alcune linee guida portano questa quantità a 1100 microgrammi.
Meglio però non esagerare, poiché anche l’assunzione eccessiva di iodio potrebbe danneggiare la salute del bebè e favorire lo sviluppo della malattia, e rivolgersi sempre al medico curante prima di tentare una “cura fai da te”. “L’uso di integratori contenenti iodio in gravidanza e durante l’allattamento al seno è raccomandato negli Stati Uniti. Tuttavia, questi casi dimostrano il potenziale rischio di superare il limite di sicurezza superiore per ingestione quotidiana“, rincara la ricercatrice Kara Connelly. Quindi, iodio sì, ma non troppo.
Roberta Ragni