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I bambini consumano troppo sale e rischiano l’ipertensione

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Mangiare con poco sale è una regola che vale per tutti. Soprattutto per i bimbi. Eppure, dopo i primi 2 o 3 anni di vita del pupo di casa, non è più nelle abitudini di molti genitori essere accorti al tipo di alimentazione da riservare al piccolo, finendo per propinagli lo stesso tipo di piatti preparati per gli adulti.

Ed è così che i bambini mangiano praticamente la stessa quantità di sale e sono esposti allo stesso rischio di pressione alta e di problemi di cuore, ictus o altre patologie gravi.

È la conclusione di uno studio pubblicato dalla rivista Pediatrics svolto da alcuni ricercatori americani dei centri nazionali per il controllo delle malattie, i Cdc (Centers for Disease Control and Prevention), che hanno studiato la dieta e misurato i livelli di pressione del sangue di 6.235 ragazzi tra gli 8 e i 18 anni, le cui abitudini alimentari sono state raccolte in unàindagine governativa svolta tra il 2003 e il 2008.

Il primo e più importante risultato è che nella dieta di questi giovani compariva il consumo della stessa quantità di sale dei loro genitori. In media gli intervistati consumavano 3,387 mg di sale al giorni, a fronte dei 2,3 mg giornalieri massimi consigliati dai medici.

IPERTENSIONE INFANTILE. È una malattia diffusa tra i piccoli al pari dell’asma per esempio, nonostante si tenda a tenerla meno sotto controllo, legata, tra le altre cose, anche al peso corporeo: si sa, in caso di condizioni di obesità o di sovrappeso aumenta anche il rischio per il cuore.

Soluzioni? Una dieta sana, un corretto stile di vita e tanto movimento!

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania