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Non è un Paese per bimbi

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Proprio così: l’Italia è per lo più un Paese di nonni. Secondo i dati forniti dal “Libro Bianco 2011, La salute dei bambini“, realizzato da Società Italiana di Pediatria (Sip), Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Società Italiana Medici Manager, dal 1871 al 2009 la natalità si è quasi dimezzata e oggi si assesta a 9,5 bebè ogni 1000 abitanti.

Sono bimbi in buona salute, sì, ma in sovrappeso e con un’assistenza non omogenea sul territorio. Quello che salta agli occhi, dunque, è che “l’Italia non è un Paese a misura di bambino – come afferma Walter Ricciardi, direttore dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica di Roma – tutte le politiche del welfare non sono orientate ai bisogni dell’infanzia e non incentivano le giovani coppie a mettere su famiglia“.

Lo dimostra il fatto che al Nord, dove ci sono migliori misure di welfare, nascano più bimbi: tra il 2008 e il 2009 i valori più alti si sono registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (10,7 per mille), nella Provincia autonoma di Trento (10,4) e in Valle d’Aosta e Campania (entrambi con il 10,3), mentre i valori più bassi si hanno in Molise (7,6), in Liguria (7,7) e in Sardegna (8,1).

La regione più vecchia è la Liguria con il 14,6% di under 18, mentre i più giovani si trovano in Campania (21,6%), a Bolzano, in Sicili e in Puglia.

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania