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Le fiabe moderne? Hanno perso boschi e animali

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Per tutti coloro che da piccoli si sono addormentati ascoltando le fiabe raccontate dai propri genitori in cui animali simpatici vivevano in boschi incantati sarà uno choc sfogliare e leggere un libro di fiabe pubblicato negli ultimi anni: sono spariti gli animali come se fossero stati vittima di un’estinzione di massa e i verdi e magici boschi hanno lasciato il posto ai palazzi delle metropoli.

Insomma anche le fiabe si sono rimodernate e sono diventate più vicine alla vita quotidiana delle nuove generazioni, quindi a bando sono la fauna e la flora a favore di cemento e asfalto e le trame si adeguano a questi nuovi contesti e personaggi.

A scoprire questa tendenza sono stati i ricercatori della University of Nebraska-Lincoln che hanno analizzato 8.100 illustrazioni presenti in 296 best seller per bambini pubblicati tra il 1938 e il 2008. Queste immagini sono state divise in gruppi a seconda di cosa rappresentano e si è scoperto che in 70 anni sono spariti gli elementi legati alla natura. Nello specifico, è stato rilevato che tra il 1930 e il 1960 c’è una sostanziale eguaglianza tra la raffigurazione di soggetti naturali e quelli cittadini. La prevalenza di questi ultimi invece è iniziata dagli anni Settanta in poi fino alla nascita di fiabe completamente metropolitane.

J. Allen Williams Jr. ha condotto questo studio e ha lanciato un allarme attraverso il Sociological Inquiry affermando: “Il mio timore è che questo cambiamento si traduca in un allontanamento dei bambini dai problemi ambientali e delle specie animali“. Ma lo psicologo Maurizio Brasini ha chiarito che non ci devono essere timori di questo tipo: “Sarebbe come dire che una favola in cui ci sono i leoni insegna ai bambini ad amare la natura e che una popolata da robot insegna loro ad amare la tecnologia. Non è così: per i più piccoli qualsiasi ambientazione può diventare un luogo incantato e per loro leoni e robot, alberi e automobili, sono ugualmente degni e meritevoli del loro amore. La retorica che contrappone natura e tecnologia esiste solo nella nostra testa e forse rivela la paura di noi adulti di consegnare alla prossima generazione un mondo peggiore, corrotto dalle nostre cattive azioni“.

A confermare la tendenza emersa dalla ricerca americana ci ha pensato il pedagogista Daniele Novara, fondatore e direttore del CPP (Centro Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti) di Piacenza: “Negli ultimi 10 anni le storie per l’infanzia hanno vissuto un processo di riattualizzazione inevitabile. Basti pensare ai piccoli di Sarajevo, che durante la guerra giocavano alla guerra, perché era l’unica realtà che conoscevano. I libri per bambini oggi si avvicinano molto alla dimensione dei videogiochi, prevale il fantasy e i ritmi sono concitati, veloci, quasi che l’attesa abbia perso la sua rilevanza. Il riferimento alla natura permette invece di ripercorrere, con calma, le tappe evolutive del genere umano, evidenziando il legame tra uomo ed elementi naturali. La mancanza di questo fattore può produrre conseguenze spiacevoli“.

Eppure risulta che gli animali, soprattutto quelli che vivono in fattoria, siano ancora tra i personaggi preferiti dai bambini, così come ha sottolineato Sergio Manfio, fondatore e direttore creativo del Gruppo Alcuni, società che si occupa di progetti legati all’infanzia. Manfio quindi ha ipotizzato che questi cambiamenti di scenari nelle fiabe non siano frutto di una scelta dei più piccoli ma di chi “dell’infanzia non ha che un ricordo appannato“.

Ma c’è anche un aspetto positivo in questa modernizzazione delle fiabe, cioè l’apertura a nuove tematiche come quella dell’integrazione, della multiculturalità e della diversità che può aiutare i cittadini di domani ad essere più aperti e predisposti alla convivenza con gli altri.

Di certo quei paesaggi fantastici di mondi ideali fatti di arcobaleni perenni, piante e animali parlanti sono solo un lontano ricordo che vive nella mente dei genitori che, se lo vogliiono, in ogni caso in libreria (se già non lo dovessero avere), possono ancora trovare Biancaneve&Co!

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Lazzaro Langellotti

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