Ha aperto proprio questo sabato, tra mille polemiche, “Little Lolas“, ovvero il primo centro estetico per bambine da 2 a 12 anni.
La pietra dello scandalo è a Treviso, nel Settentrione più ingessato, e il clamore è stato tanto da mobilitare perfino Telefono Azzurro, che è arrivato a lanciare una petizione ad hoc. Ma siamo sicuri che dietro a questo scandalo ci sia una reale e concreta offesa al comune sentire o alla morale delle famiglie nostrane? Prima di esprimere un giudizio è sempre necessario ascoltare più campane.
Se guardiamo all’America, per esempio, scopriremo che centri come questo fioccano in ogni dove; questo non significa che siano positivi, direte voi. Certo, non dovremo mai e poi mai giungere al limite delle mamme statunitensi, che imbellettano le proprie bambine come delle mostruose cucciole di Barbie per farle gareggiare, a qualunque età, come reginette di bellezza. Arrivano, addirittura, a fare applicare alle piccole denti finti, extensions, ciglia finte, unghie ricostruite e ogni genere di make up. Questo, sì, può essere davvero rivoltante.
Quello che si vorrebbe fare a Treviso, invece, è semplicemente intrattenere le bambine, mentre aspettano le mamme nel centro estetico “per i grandi”, facendole divertire con maschere allo yogurt, con un trucco leggero, o con smalti multicolore.
Allora, fatevi avanti: a chi di voi, da piccola, non piaceva impiastricciarsi il viso con creme, colori o con qualsiasi sostanza spalmabile che incontravate sulla vostra strada? Chi non ha provato a mettersi il rossetto della zia? Chi non ha supplicato almeno una volta la mamma di metterle lo smalto, salvo poi ricordarsi per tutta la vita quel breve momento di godimento? Lo smalto, su una bimba, non può durare più di poche ore: e non solo perché si utilizzerebbe quello ipoallergenico, quasi uno smalto-giocattolo, ma perché una bimba, passato il momento di entusiasmo, userebbe subito le manine per qualche nuovo gioco, e pazienza se il colore si rovina.
Ma che nome poco felice, direte allora voi. Già. Quel Lolas, così vicino all’immagine della Lolita cinematografica, che tutte le mamme avranno sognato ma che nessuna vorrebbe vedere un giorno proiettata su una propria creatura, è effettivamente infelice. Ma a un certo punto scopriamo che il centro estetico pre-esistente, quello per “le adulte”, si chiama così; e allora, forse, pensiamo che questo “spin-off”, questa derivazione del nome non è poi così sbagliata, in termini di riconoscibilità.
Ma a soli 2 anni, che piacere se ne potrebbe mai trarre? Anche questa è una giusta obiezione. E allora, però, dovremmo chiederci anche che piacere una bimba così piccola potrebbe trarre dall’indossare i leggins, le minigonne, o gli orecchini ai lobi. Il piacere, forse, in quel caso è solo quello della mamma, o della cerchia di “adulti” che, oggi come oggi, commentano e giudicano anche l’abbigliamento di un bimbo.
Ecco, ora avete tutte le carte in mano. Che idea vi siete fatte?
Marina Piconese