madre protettiva

Iperprotettiva fino a che punto?

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Una madre ritenuta iperprotettiva all’eccesso con il figlio è stata condannata con un anno e 4 mesi di reclusione. Ma…

Da madre, mi viene da esclamare “ma cosa vi viene in mente?!”. Da figlia, potrei probabilmente tirare un sospiro di sollievo.

Ma a ben leggere, documentandomi sulla storia di questa mamma che, una volta separata dal marito, ha creato attorno al figlio una campana di vetro, fatta delle sue sole cure e delle cure del nonno, potrei dire che la decisione della Corte di Cassazione ha ragione di esistere.

Non un rapporto con un coetaneo, se non fino ai 6 anni, neanche a parlarne una relazione col papà, tanto da costringere il bimbo ad utilizzare il cognome materno. La quotidiana descrizione di questo fantomatico padre violento e le continue vessazioni psicologiche hanno fatto il resto, causando nel bimbo anche problemi motori.

Insomma, un’associazione quella di madre e nonno che la Suprema Corte non ha esitato a condannare, accusando i due di “iperprotezione” e “ipercura“, che costituiscono a tutti gli effetti reato di maltrattamenti.

Essere così accecata dall’odio verso il padre del proprio figlio. Ci può pure stare, ma molto ancora mi rimane incomprensibile. Il dolore c’è, la sofferenza pure, ma dove porta riversare tutto addosso al proprio cucciolo? Indifeso, incosciente, debole. Qualcuno ha sbagliato, ma di certo non lui.

Ossessione? Esasperazione? Le storie di genitori separati non sono mai rose e fiori. A migliaia portano via il figlioletto, in un altrove dove non è più raggiungibile dall’altro genitore. Forse i numerosi tasselli che non posso conoscere di quelle storie private potrebbero darmi una spiegazione. I perché e i per come si è arrivati a scelte così estreme.

…Ma, pardon, mi rimane sempre la presunzione di dire che un cieco egoismo in questi casi prende il sopravvento.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania