Sono gli incubi dei genitori: spesso significano almeno tre settimane in casa con il pargolo pieno di puntini e odiosi esantemi.
Morbillo, rosolia e varicella sono ancora diffuse: vediamo come riconoscerle.
Il morbillo si presenta esattamente come un violento raffreddore: tosse, febbre alta, sensibilità dell’occhio alla luce, naso chiuso. Dopo pochissimo (in genere un giorno o due) appare l’esantema che parte da dietro le orecchie per estendersi al volto e al corpo. Solo nel 5, 6% dei casi il morbillo può portare alla polmonite, in un caso su mille all’encefalite.
La varicella ha più o meno gli stessi sintomi ma non ha le sembianze del raffreddore. Nelle prime ore porta stanchezza e inappetenza, quasi come un comune virus intestinale. Il suo esantema parte dal tronco e si diffonde al viso e al corpo. È molto caratteristico perché si presenta con delle pustole e vesciche che fanno molta impressione e durano anche dopo la fase acuta della malattia.
La rosolia si presenta, invece, con qualche linea di febbre e un esantema leggero e rosaceo. Si manifesta anche con un gonfiore di orecchie e nuca. È fondamentale non prenderla in gravidanza perché causa seri problemi cerebrali al feto.
Oggi le campagne di vaccinazione hanno fatto molto per debellare queste malattie. Esiste oggi, anche la possibilità di fare il vaccino quadrivalente, ossia quello che comprende anche la varicella, oltre che morbillo, rosolia e parotite, con gli opportuni richiami da fare dopo. Il consiglio è quello di ascoltare il parere del pediatra.
I medici sono molto compatti nel rassicurare i genitori sempre un po’ timorosi rispetto ai vaccini. Il rapporto rischio-beneficio è praticamente tutto orientato verso il benessere del bambino e non sono provate scientificamente le tesi che vedrebbero i vaccini collegati a malattie come la Sindrome di Down.
Sara Tagliente