papà dolce e tenero

Neopapà dolce e tenero: identikit di un ex macho

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Sempre più il macho del 2000 diventa micio. Tanto più quando quel macho diventa papà.

In quel caso non c’è mascolinità che tenga, virilità da difendere. Il macho lascia il posto alla parte tenera di quell’uomo rude, complici anche gli stili di vita ormai diversi rispetto a un tempo e il calo del testosterone.

A sostenerlo è uno studio pubblicato su Pnas 1, rivista online dell’Accademia Usa delle Scienze e condotto da alcuni studiosi della Northwestern University.

La ricerca darebbe prova del fatto che, come c’è un istinto materno, esiste anche nell’uomo una naturale inclinazione a diventar genitore. Sta di fatto che è scientificamente dimostrato che anche il maschio sa cos’è la depressione post partum e che anche lui può essere vittima di ansie tensioni nei 9 mesi di attesa.

E c’è di più. Secondo gli studiosi americani, con l’arrivo di un bebè a modificarsi non è solo il corpo della donna. Spiega Christopher W. Kuzaka del Weinberg College of Arts and Sciences e della Northwestern University, co-autore della ricerca: Rispetto agli altri mammiferi, gli umani sono chiamati a prendersi cura dei loro ‘cuccioli’ per un periodo di tempo inusualmente lungo“. Per cui, i papà del genere umano sarebbero “biologicamente attrezzati” per far fronte a un simile impegno.

I ricercatori hanno monitorato 624 maschi per alcuni anni, da prima che diventassero padri. Negli anni i livelli di testosterone prodotti dal loro corpo si sono ridotti molto, segno che “una volta che il bimbo è nato le concentrazioni di ormone crollano“. In pratica, secondo Lee Gettler della Northwestern University, altro co-autore dello studio, “la paternità richiede un adattamento della sfera emotiva, psicologica e fisica e per rispondere a queste nuove esigenze la biologia maschile cambia sostanzialmente“.

Germana Carillo

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania