Il momento ideale per partorire è sempre stato considerato quello dopo la 37ª-38ª settimana di gravidanza, ma nuovi studi mettono in discussione questa convinzione. Il tempo giusto per il parto può variare da donna a donna e dovrebbe essere valutato caso per caso.
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Uno studio che cambia prospettiva
Una ricerca condotta dalla dottoressa Alicia Mandujano e dai suoi colleghi del MetroHealth Medical Center – Case Western Reserve University di Cleveland, pubblicata sul Journal of Obstetrics & Gynecology, ha analizzato i dati del National Center for Health Statistics per individuare l’età gestazionale più sicura per partorire.
Lo studio ha rivelato che i parti avvenuti tra la 37ª e la 38ª settimana erano associati a un maggior numero di nati morti rispetto ai decessi neonatali. Questo suggerisce che, per alcune donne, prolungare la gravidanza potrebbe ridurre il rischio di complicazioni.
«I dati riportati nel presente documento – affermano i ricercatori – suggeriscono che il “momento ottimale per il parto” non è necessariamente lo stesso per tutte e, come spesso accade nella pratica della medicina, gli operatori devono individuare l’approccio specifico per ogni singola paziente».
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Partorire a termine: quando è davvero sicuro?
Tradizionalmente, il parto è considerato a termine tra la 37ª e la 42ª settimana di gestazione. Tuttavia, negli ultimi anni, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha ridefinito il concetto di “termine” distinguendo tra:
- Termine precoce: 37ª-38ª settimana
- Termine completo: 39ª-40ª settimana
- Termine tardivo: 41ª settimana
- Post-termine: oltre la 42ª settimana
Secondo recenti studi, i bambini nati tra la 39ª e la 40ª settimana hanno meno probabilità di sviluppare problemi respiratori, difficoltà di alimentazione e altre complicazioni rispetto a quelli nati prima della 39ª settimana.
I rischi di un parto anticipato
Un parto tra la 37ª e la 38ª settimana può comportare alcuni rischi, tra cui:
- Sviluppo polmonare incompleto: il sistema respiratorio del neonato potrebbe non essere del tutto maturo.
- Difficoltà di alimentazione: i bambini nati precocemente possono avere problemi nella suzione e nella deglutizione.
- Possibile ricovero in terapia intensiva neonatale: i neonati pretermine possono necessitare di cure aggiuntive.
Per questo motivo, molte linee guida mediche raccomandano di programmare parti cesarei o induzioni solo quando strettamente necessario.
Quando il parto anticipato è consigliato?
Nonostante i rischi, in alcuni casi il parto anticipato è necessario per la salute della madre e del bambino. Tra le condizioni che potrebbero richiederlo ci sono:
- Preeclampsia: una condizione caratterizzata da pressione alta e danni agli organi, pericolosa sia per la madre che per il feto.
- Problemi di crescita fetale: quando il bambino non cresce adeguatamente nell’utero.
- Sofferenza fetale: riduzione del flusso sanguigno o dell’ossigenazione al feto.
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Il concetto di “parto a termine” sta evolvendo, e sempre più ricerche dimostrano che la scelta del momento giusto per partorire deve essere personalizzata. Non tutte le gravidanze sono uguali e non esiste un’unica risposta valida per tutte le donne.
Per questo motivo, è fondamentale seguire attentamente le indicazioni del proprio ginecologo e valutare ogni caso in modo individuale.