Sarà che nel nostro paese le donne raggiungono più tardi la realizzazione personale, sarà che i mezzi e le sicurezze di un tempo scarseggiano o forse è per il fatto che c’è più voglia di viaggiare, godersi la vita e dedicarsi a se stesse… fatto sta che in Italia il primo figlio si fa sempre più tardi e le mamme italiane sono tra le “più vecchie” d’Europa.
“La gravidanza non è più vissuta come un fatto naturale, ma come una scelta consapevole su cui gravano però una serie di fattori. Si preferisce completare il proprio percorso di studi, ma anche avere alle spalle una situazione economica stabile e trovare il compagno ideale” ha giustamente osservato Cesare Taccani, specialista in medicina della riproduzione del centro per la fertilità ProCrea di Lugano.
Dai dati Istat emerge infatti che, nel corso degli ultimi vent’anni, l’età media in cui si mette al mondo il primo figlio è passata da 29,1 anni del 1991 a 31,4 anni. L’Italia si guadagna quindi il primato, insieme a Svizzera, Spagna e Irlanda di avere le mamme più grandicelle d’Europa.
C’è però da considerare che la fertilità di una donna non è infinita ed ecco allora il rovescio della medaglia, più si va avanti con l’età e più diventa difficile concepire un figlio e portare avanti una gravidanza. «Quello che però molte donne tendono a sottovalutare è l’effetto negativo che il tempo ha sulla loro fertilità. Con il passare del tempo non solamente si abbassano le possibilità di andare incontro ad una gravidanza, ma aumentano anche le complicanze» sottolinea Taccani.
Dalle statistiche emerge infatti che, gli aborti spontanei sono aumentati in 25 anni del 30% in particolare nelle donne di età compresa tra i 40 e 44, in cui si registra una percentuale doppia di gravidanze non andate a buon fine, rispetto alle donne della fascia di età 35-39 anni.
Sempre più coppie poi si rivolgono ai centri di procreazione assistita, si tratta in particolare di donne oltre i 37 anni. «Il passare del tempo influisce negativamente in ogni caso. Non solo nelle gravidanze naturali, ma anche nei successi dei trattamenti di fecondazione assistita, i risultati risentono dell’età della donna. Abbiamo registrato gravidanze in oltre il 50 per cento dei casi con donne al di sotto dei 30 anni. Una percentuale che scende al 40 per cento intorno ai 35 anni per arrivare al 25 per cento quando la donna ha 40 anni. Oltre i 43 anni i successi sono stati il 6 per cento circa» ha sottolineato Taccani.
Un grosso problema è anche lo stile di vita delle donne che voglio avere un figlio (spesso di peso eccessivo, fumatrici, ecc.) o la presenza di eventuali malattie come diabete, ipertensione e problematiche renali o autoimmuni che influiscono sull’ovulazione e sul buon impianto dell’embrione.
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