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Anche i bambini nati dopo la 37esima settimana hanno problemi?

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Si definisce parto pretermine o prematuro un parto il cui travaglio ha luogo tra la 20esima e la 37esima settimana completa di gestazione. Ma se non fosse così? Una ricerca della Columbia University Medical Centre e del New York Presbyterian Hospital getta delle ombre su questa definizione universalmente riconosciuta e propone di allungare di almeno altre due settimane il periodo in cui si rientra in un “parto pretermine”.

Perché? Semplice: anche i bambini che nascono tra la 37esima settimana e la 41esima avrebbero bisogno di trascorrere una quindicina di giorni in più nel grembo materno. Un tempo supplementare che, secondo lo studio, si traduce in maggiore sviluppo cerebrale e punteggi migliori nei test di matematica e di lettura nelle scuole.

Così, se è vero che entro le 37 settimane il feto è completamente sviluppato, i bambini che superano di poco questo periodo potrebbero avere ugualmente possibilità di avere problemi di salute e di sviluppo.

I risultati di questa nuova ricerca hanno mostrato che le donne “dovrebbe quantomeno procedere con cautela prima di scegliere di avere un parto portato a termine con anticipo“, ha detto Kimberly Noble della Columbia University, autore principale dello studio.

I ricercatori hanno confrontato gli atti di nascita e i test di valutazione di ben 128.000 bimbi nati in otto anni a New York, tra la fine del 1980 e l’inizio del 1990. Nessuno di loro era prematuro ed erano tutti nati tra le normali 37 e 41 settimane di gestazione. Rispetto a i bimbi nati dopo la 41esima settimana, però, avevano il 33% di probabilità in più di avere gravi difficoltà di lettura e il 19% di probabilità in più di avere problemi in matematica.

La ricerca ha anche sollevato seri interrogativi riguardo il crescente numero di parti cesarei, che a volte vengono programmati sia per la comodità delle mamme che persino dei medici. “Non voglio che le mamme i cui bimbi nascono a 37 settimane vadano in panico, ma che si fermino quelle che scelgono deliberatamente di partorire in anticipo“, ha spiegato Judy Aschner, professore di pediatria dell’ Vanderbilt University Medical Centre.

Insomma, una gravidanza a termine, salvo particolari complicazioni, è sempre l’ideale per il neonato.

Roberta Ragni

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Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.