La validità della Legge 40 sulla fecondazione assistita inizia ad essere minata attraverso le decisioni dei tribunali italiani, con particolare riferimento a quanto avvenuto a Cagliari. Il tribunale di Cagliari ha infatti permesso di effettuare il test per la diagnosi pre-impianto ad un a coppia in cui la donna è affetta da talassemia major, mentre l’uomo ne è portatore sano.
La diagnosi pre-impianto potrà portare la coppia alla decisione di eliminare gli embrioni che si riveleranno affetti dalla malattia genetica con un intervento da svolgere all’interno di una struttura pubblica italiana. La coppia potrà eseguire il test necessario presso l’Ospedale Microcitemico di Cagliari.
Secondo quanto dichiarato da parte dei giudici del tribunale di Cagliari: “I centri pubblici italiani specializzati in Procreazione medicalmente assistita devono offrire la diagnosi preimpianto alle coppie che la richiedono perché affette da malattie genetiche”. Ci sarebbero almeno 10 tribunali italiani attualmente alle prese con casi analoghi, i cui pronunciamenti potrebbero giungere entro la fine dell’anno.
Lo scorso anno Strasburgo aveva accolto il ricorso di una coppia italiana contro la Legge 40. Attualmente essa consente di ricorrere alla fertilizzazione in vitro solo alle coppie sterili o a quelle in cui il partner maschile abbia una malattia sessualmente trasmissibile. La coppia aveva richiesto di poter ricorrere alla fecondazione assistita in quanto entrambi i partner risultavano affetti da fibrosi cistica, una malattia genetica trasmettibile al nascituro in 1 caso su 4.
La donna della coppia cagliaritana, che desidera restare anonima, ha dichiarato: “Ci sentivamo esclusi dalla possibilità di avere un figlio senza questa malattia. Non potevamo permetterci di andare all’estero, né i vari tentativi, che costano 9-10mila euro. E non volevamo mettere in conto un eventuale aborto”.
Di fronte alle complicazioni che le coppie affette da malattie genetiche si trovano a dover affrontare nel momento in cui nutrono il desiderio di formare una famiglia e di mettere al mondo un figlio sano, che non sia costretto a subire il loro stesso destino a causa della patologia che verrà a lui trasmessa dai genitori, è possibile che nel nostro Paese vi saranno ulteriori pronunciamenti da parte dei giudici contro la Legge 40. Potrà mai tale legge subire delle modifiche in futuro?
Marta Albè