Prende ufficialmente il via il progetto per la realizzazione della prima rete per la raccolta delle informazioni e delle immagini cerebrali dei bambini con malattie rare di origine neurologica. L’obiettivo è confrontare la morfologia del cervello dei bambini malati con quella dei coetanei sani, evidenziando eventuali anomalie utili per la diagnosi.
Un’esperienza unica in Europa che interesserà diversi ospedali specializzati d’Italia. La raccolta e l’elaborazione di dati sarà effettuata, infatti, dai migliori centri di neuroradiologia pediatrica italiani, dotati di strumentazioni di risonanza magnetica di altissima potenza e precisione.
Tra questi l’Ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” di Milano, capofila del progetto. Coinvolti anche l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Eugenio Medea di Lecco, il San Raffaele di Milano, il Bambin Gesù di Roma e alcune strutture del sud.
Verranno impiegati strumenti di risonanza magnetica da 3 Tesla, molto avanzati ma autorizzati in Italia solo per la ricerca e non per la clinica (dove il limite è di 2 Tesla). Questo per arrivare a formulare una diagnosi quanto più precisa e dettagliata possibile che permetta di individuare sin da subito il tipo di terapia e di riabilitazione.
Il progetto di rete, già annunciato lo scorso febbraio dal ministro Ferruccio Fazio, è finanziato dal Ministero della Salute con uno stanziamento di oltre un milione e mezzo di Euro.
“E‘ una grande sfida – spiega al Corriere della Sera il dottor Fabio Triulzi, uno dei maggiori esperti del settore –. Unire le risorse è fondamentale. C’è bisogno di scambiare informazioni, mettendo da parte le gelosie. Nell’universo dei disturbi mentali c’è molto da scoprire; i casi di ritardo cronico sono la maggioranza. I genitori cominciano a girare, a bussare a tutte le porte senza arrivare mai ad ottenere una risposta”.
Ecco perché la creazione di questo primo database ha un’importanza speciale.
Fabrizio Giona