La rimozione delle ovaie può trasformarsi nella causa di un rapido declino mentale durante l’anzianità e di un maggiore indebolimento delle capacità di memoria e di pensiero. È quanto emerge da uno studio recente, che prende in considerazione le conseguenze della rimozione delle ovaie nelle donne.
La procedura chirurgica di rimozione delle ovaie può essere messa in pratica, anche in donne di giovane età, al fine di prevenire il cancro. In presenza di tumori, essa può essere accompagnata dalla completa rimozione dell’utero. La procedura nel proprio insieme porta all’insorgere di una menopausa “chirurgica”, il cui inizio può avvenire anche in giovane età, a seconda del momento in cui l’operazione viene condotta.
Gli esperti si sono occupati di studiare la situazione di 1837 donne di età compresa tra i 53 ed i 100 anni, un terzo delle quali aveva vissuto l’esperienza della menopausa chirurgica. Le donne sono state sottoposte ad appositi test di valutazione delle capacità di memoria e di pensiero. I risultati dei test hanno dimostrato come una menopausa chirurgica in giovane età possa essere legata ad un più rapido declino di alcuni tipi di memoria in età adulta.
Sia la memoria a lungo termine, legata a concetti ed idee, che la memoria episodica relativa agli eventi sono apparse colpite da un più rapido declino. Gli esperti ritengono che gli estrogeni, ormoni prodotti dalle ovaie, possano avere un effetto protettivo sulle capacità cognitive.
Il dottor Riley Bove, della Harvard Medical School di Boston, ha ipotizzato che dei potenziali benefici al riguardo possano essere ottenuti tramite una terapia ormonale sostitutiva. I risultati dello studio condotto da parte degli esperti statunitensi sono stati presentati in occasione del convegno annuale della American Academy of Neurology, nella città di San Diego.
Marta Albè