L’Aids contagia 7.000 persone ogni giorno in tutto il mondo. Di queste, 1.000 sono bambini. In Italia sono malate 160.000 persone, con la più alta concentrazione in Emilia Romagna, seguita da Lombardia e Lazio, mentre i contagiati sono 4.000 ogni anno, in media 1 ogni 2 ore.
Nel 79% dei casi, poi, il contagio avviene per via sessuale. È aumentata anche l’età media al momento della diagnosi, passata da 26 anni per i maschi e 24 anni per le femmine del 1985 a, rispettivamente, 39 e 36 anni del 2009.
Sono questi i dati emersi dalla prima giornata della Conferenza Internazionale sull’Aids, che si è aperta ieri a Roma con la partecipazione di 6.000 esperti provenienti da tutto il mondo.
L’arma vincente contro la diffusione del virus, soprattutto nei Paesi del Terzo mondo, resta l’uso dei farmaci, anche per la prevenzione: “i risultati di grandi sperimentazioni cliniche durate per anni e diffusi recentemente hanno dimostrato che la terapia funziona sempre più come prevenzione, e questa è l’idea portante della conferenza“, ha detto Stefano Vella, virologo dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e fra gli organizzatori della conferenza mondiale.
Nel 2010 il 66,2% del totale dei casi di infezione si è concentrato nella fascia d’età 30-49 anni, con una diagnosi tardiva rispetto al contagio. “Questa proporzione – spiega Vella – è aumentata progressivamente negli ultimi 15 anni. Come conseguenza di queste diagnosi tardive, ben due terzi delle persone diagnosticate con AIDS dal 1996 a oggi non ha usufruito dei benefici delle terapie antiretrovirali prima di tale diagnosi”. I decessi, poi, ammontano a 39.344 pazienti (62,8%) al 31 dicembre 2010. “Tuttavia è probabile che si tratta di un numero sottostimato, in modo particolare per gli ultimi anni, dal momento che la segnalazione di decesso al centro operativo anti AIDS non è obbligatoria”, conclude il virologo Iss.
Resta da superare il punto interrogativo del reperimento dei fondi necessari per garantire l’accesso alle cure. A questo proposito, ha scatenato molte polemiche il mancato finanziamento italiano al Fondo globale per la lotta all’Aids, la tubercolosi e la malaria.
Il Governo italiano non ha infatti versato i 260 milioni di dollari complessivi, più altri 30, promessi due anni fa nel G8 dell’Aquila. Notata dai giornalisti stranieri anche l’assenza del ministro per la Salute Ferruccio Fazio e del premier Silvio Berlusconi.
Roberta Ragni