Instagram, TikTok, Facebook, Twitter, e-mail (e chi più ne ha, più ne metta), ormai sono i nostri più fedeli compagni.
Ci seguono ovunque, ci raccontano delle nostre avventure, ci descrivono in 140 caratteri. Li usiamo con disinvoltura caricando le nostre vite, rendendo pubblici i nostri pensieri, i nostri stati d’animo, le nostre emozioni e le nostre relazioni amorose. Facebook ci chiede a cosa stiamo pensando, Twitter vuole sapere se c’è qualcosa di nuovo… spesso i social network sono più pressanti dei nostri fidanzati!
E proprio gli amori sono al centro dell’attenzione. Tradimenti che sono emersi dopo essere stati taggati in una foto, bugie svelate dal geo-localizzatore, scenate di gelosia pubblicate in bacheca. Tutti abbiamo letto o sentito di storie del genere. E abbiamo, di conseguenza, imparato a difenderci!
Fino a qualche mese fa, ogni occasione era buona per pubblicare 3000 foto sul proprio profilo, senza preoccuparci neanche di nasconderle a chi non conoscevamo. Tutti abbiamo sbirciato tra i profili di chi ci piace, sperando di trovare un segno di corrispondenza, e tutti abbiamo indagato tra i profili di chi non ci piace, è nella nostra natura, inutile negarlo! Molte cose erano pubbliche! Oggi non è più così.
Non tutto viene reso pubblico. Alcune funzioni permetto di nascondere i contenuti a determinate persone e altre, come i messaggi istantanei, ci permettono di comunicare solo con alcuni dei nostri amici. Così ci siamo adeguati e siamo sempre più abili nel nascondere ciò che non vogliamo sia visto. Anche le piazze virtuali hanno segreti!
La password è la vera chiave d’accesso
Per quanto certe volte siano proprio assurde o di una semplicità imbarazzante, svelano una parte del nostro profilo psicologico! C’è chi sceglie il nome dell’animale domestico, chi la data di nascita e chi usa combinazioni assurde di lettere maiuscole e minuscole che il più delle volte neppure il proprietario ricorda!
Aprire completamente il proprio profilo al partner è oggi considerato un gesto d’amore e sempre più coppie decidono di scambiarsi le password per dimostrare il proprio impegno. La ricerca effettuata da Pew Internet and American Life Project, riportata dal New York Times, rivela che negli Stati Uniti il 30% degli adolescenti conosce la chiave d’accesso della mail o del social network della propria dolce metà.
Conoscere la password del partner però non corrisponde alla definizione di fiducia
Dunque possederla non vuol dire che si possa usare quando si ha voglia! Esattamente come aver trovato il cellulare, o il diario, non significa poter leggere cosa c’è scritto! Sbirciare tra le foto che il vostro fidanzato ha sul computer non è simpatico, anzi è la dimostrazione di poca fiducia verso il vostro rapporto e soprattutto verso voi stessi!
Meglio evitare intrusioni e rispettare la privacy altrui! Dimostrate al vostro amore che vi fidate di lui senza controllare a chi scrive in Facebook, pur potendolo fare! Anche perché dopo aver letto e scoperto che, oltre alla recensione dettagliata dell’ultimo gioco per il computer, non c’è niente, vi sentirete parecchio in colpa! Per non parlare poi delle liti furiose che potrebbero scatenarsi!
La password come pegno d’amore dunque, ma a volte serve anche per studiare! Infatti dalla ricerca statunitense emergono anche dei lati pratici. Gli studenti intervistati confessano che lo scambio serve al partner per cambiare la password durante il periodo degli esami, e poi restituirla al legittimo proprietario. Scopo? Non accedere ai social network e restare concentrati sui libri!
Scambiarsi la password o decidere di sceglierne una uguale, è un gesto romantico, non si può discutere, ma cosa succede se poi la storia finisce?
Il partner che viene lasciato potrebbe cercare di umiliare l’altro pubblicando cose spiacevoli o utilizzare i segreti altrui a proprio vantaggio. Altro che fiducia! Immaginate un cuore infranto che ha la possibilità di impossessarsi dell’identità (seppur digitale) di chi gli ha causato tanto dolore… le conseguenze potrebbero essere veramente disastrose!
La fiducia è un sentimento che dovrebbe essere alla base di ogni storia, è molto difficile ottenerla e ancora di più dimostrarla. Forse una password non basta!