A pochi giorni dal suo arrivo nelle nostre case c’è chi ha deciso di bersagliare di critiche il nostro amato Santa Claus, ritenendolo un esempio da non seguire.
A fare la radiografia all’icona natalizia per eccellenza è Nathan Grills, professore della Monash University di Melbourne, in Australia che, insieme all’illustratore Brendan Halyday, ha pubblicato uno studio sull’edizione natalizia del British Medical Journal, intitolato “Santa Claus: A public health pariah?” (Babbo Natale, un reietto della salute pubblica).
Ma vediamo nel dettaglio cos’è che non va nel discendente di San Nicola, il vescovo vissuto in Asia minore del VI secolo, noto perché dispensatore di regali ai bambini buoni.
Innanzitutto, secondo Grills, si nutre senza criterio, raccoglie avanzi di dolciumi in giro e si scola tutte le bottiglie di brandy lasciate incustodite nelle case.
E c’è di più. Babbo Natale ha anche l’abitudine di viaggiare in slitta a folle velocità, camminando sui tetti delle abitazioni e poi buttandosi giù dai caminetti. Tutti comportamenti a dir poco sconvenienti.
Ma cosa si potrebbe fare allora per rimettere in sesto la sua immagine? Secondo il professor Grills dovrebbe innanzitutto abbandonare la slitta in favore della bicicletta, o ancor maglio, andare a piedi, in modo da tenersi in esercizio e perdere un po’ di chili di troppo. E se proprio non volesse rinunciare alla slitta dovrebbe almeno indossare il casco e non guidare mai ubriaco.
“Dobbiamo essere consapevoli della capacità di Babbo Natale di influenzare la gente, soprattutto i bambini”,
afferma Grills.
“Per questo proponiamo una nuova immagine di Santa Klaus che assicuri che la sua influenza sulla salute pubblica sia positiva”.
Non bisogna poi dimenticare che gli Stati Uniti, dove l’immagine di Babbo Natale è diffusissima, è anche il Paese dove risulta più alto il tasso di obesità infantile.
“L’immagine di Babbo Natale promuove il messaggio che la grassezza sia sinonimo di buonumore e giovialità“,
tuona ancora il detrattore del dispensatore di regali dalla barba bianca.
Ma non è tutto. Deve anche abbandonare la passione per l’alcol e per il fumo. Basta fumare la pipa sui biglietti di auguri o ancor peggio prestarsi a fare da testimonial a marche di sigarette. Forse qualcuno ricorderà infatti che nel 1951 Babbo Natale con tanto di sigaretta tra le dita sponsorizzava le bionde targate Pall Mall.
Insomma povero Babbo Natale! È obeso, pigro, fumatore, alcolizzato e pure irresponsabile. Altro che modello di salute e serenità, Santa Claus rappresenta un infelice mix di tutto quello che non dovremmo fare.
Ma Grills non si ferma qui e taccia il beniamino di tutti i bambini di essere una vera e propria minaccia pubblica.
“Anche perché – afferma il professore – vista la sua enorme fama nel mondo se solo lo 0,1 % della popolazione lo prendesse come esempio sarebbe comunque un numero altissimo di persone”.
Che dire? Francamente ci sembra un po’ esagerato, non pensate? E poi a Natale non eravamo tutti più buoni?