Qualche giorno fa Pfizer ha annunciato di aver concluso con successo dei test sul proprio vaccino contro il Covid-19, affermando che il medicinale risulta essere efficace su oltre il 90% dei casi. Ancora più recentemente è stata la volta di Moderna, che non solo ha precisato che il suo vaccino è efficace in oltre il 94% dei casi, quanto anche il fatto che può essere addirittura trasportato a temperatura ambiente, contro quanto invece previsto dal vaccino Pfizer.
Ma a chi andranno i primi vaccini contro il Covid-19, che potrebbero essere disponibili tra la fine di quest’anno e le prime settimane del prossimo?
Secondo quanto sta emergendo, le prime dosi del vaccino contro il nuovo coronavirus andranno a una fascia di età di 1 milione e 700 mila persone, individuate tra i cittadini più fragili e tra quelli maggiormente esposti al virus, come ad esempio avviene per gli operatori sanitari e per gli anziani ospiti nelle RSA.
L’indicazione è contenuta all’interno della bozza del piano per il vaccino contro il coronavirus, messa a punta dagli esperti del Ministero della Salute e in grado di delineare in che modo verrà distribuita la prima tranche di medicinali per creare una immunità contro questa malattia.
Non mancano, comunque, i nodi da sciogliere. Uno di questi è certamente legato al tema della logistica e del trasporto ai centri di conservazione delle dosi, valutato che per poter mantenere “valido” il vaccino bisognerà rispettare la catena del freddo.
Ad esser nominato responsabile per la gestione di questi aspetti logistici sarà il commissario Domenico Arcuri, i cui interventi dovrebbero permettere di avere un adeguato meccanismo di distribuzione, tenendo presente che stanno arrivando non solamente i vaccini Pfizer, quanto anche quelli di Moderna e di altre società, che potrebbero essere più agevolmente trasportati.
Ad ogni modo, il commissario Arcuri avrebbe già chiesto a tutte le Regioni una ricognizione sulla logistica per la distribuzione dei vaccini, al fine di comprendere quanti e quali potrebbero essere i centri di stoccaggio a livello regionale.
Altro problema legato alla distribuzione del vaccino riguarderà altresì l’individuazione dei soggetti che dovranno materialmente somministrarlo, considerata l’ampiezza della popolazione destinataria, verificando sul territorio la disponibilità delle risorse mediche e sanitarie per inoculare il vaccino.