Usare una versione del MDMA, nota come ecstasy, come farmaco per curare leucemie, linfomi e mielomi. È questa l’ipotesi di alcuni ricercatori dell’Università di Birmingham, in Gran Bretagna, secondo i quali la droga dei rave party, delle discoteche e dello sballo, modificata ad hoc, sarebbe in grado di annientare le cellule cancerogene in maniera molto più efficiente dei farmaci attualmente in uso. 100 volte di più.
Lo studio, pubblicato sull’Investigational New Drugs Journal, spiega, riassumendo, come i ricercatori reingegnerizzando chimicamente l’ecstasy, attraverso l’eliminazione di alcuni atomi e inserendone nuovi, siano riusciti a ottenerne una variante della droga 100 volte più efficace contro le cellule tumorali.
L’ecstasy, attratta dal grasso nelle membrane delle cellule cancerose, le rompe, distruggendo la cellula stessa. In questo modo, almeno sulla carta, sarebbe possibile utilizzare dosi di ecstasy 100 volte più basse, con la speranza di bypassare la sua pesantissima tossicità cerebrale.
Nel 2006 un team dell’università inglese di Birmingham aveva già dimostrato che l’ecstasy, come pure la fluoxetina (l’ingrediente del Prozac) rappresentavano una possibile arma per bloccare la crescita delle cellule tumorali. Il problema, però, era che per un eventuale impiego anticancro sarebbero servite dosi molto alte, potenzialmente letali per i malati.
“I risultati mostrano un potenziale miglioramento nei trattamenti per i prossimi anni”, spiega il prudente professor John Gordon, a capo dello studio. Si tratta, infatti, di dati ottenuti in laboratorio che dovranno essere verificati sperimentalmente in seguito anche sull’uomo.
Per avere una reale probabilità di successo, insomma, deve passare ancora molto tempo. Almeno 10 anni, avvertono gli autori.
Roberta Ragni