Buone notizie sul fronte della lotta contro i tumori. Stando alle ultime statistiche raccolte all’interno di un ampio studio italiano e pubblicate sulla rivista International Journal of Epidemiology, a valere su oltre 30 diversi tipi di neoplasie e su dati di oltre 7 milioni pazienti da tutta Europa, la metà delle donne e quasi il 40% degli uomini guarisce dal tumore grazie alla possibilità di poter disporre di cure sempre più specifiche e di diagnosi sempre più precoci.
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Lo studio, condotto dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità e del Centro di Riferimento Oncologico (Cro) di Aviano, fa emergere come nel corso degli ultimi 10 anni l’incremento della probabilità di guarire sia stata di circa il 10% per la maggior parte dei tumori, con un passo in avanti davvero notevole.
Naturalmente, all’interno dello studio emergono sostanziali differenze tra le diverse patologie tumorali. Per esempio, le probabilità di guarire sono particolarmente elevate per i pazienti che soffrono di tumori al testicolo (94%), alla tiroide (87% per le donne e 70% per gli uomini) e i melanomi cutanei (86% nelle donne e 76% negli uomini).
Scendono un po’, ma mantenendosi comunque con percentuali di guarigione superiori al 60%, i pazienti che sono guariti dai tumori dell’endometrio (76%), della mammella (66%), della cervice (64%) e della prostata (63%), e ancora i pazienti che invece sono guariti dai linfomi di Hodgkin (75% per le donne e 67% per gli uomini).
Sono purtroppo molto basse, a conferma della necessità di compiere importanti passi in avanti in tale fronte, le guarigioni dei pazienti affetti da tumori dell’esofago, pancreas, fegato, polmone, sistema nervoso centrale, leucemie linfatiche croniche, mielomi: in questi casi le probabilità di guarigione sono inferiori al 15%.
Al di là di tali differenziali, ciò che emerge è un buon progresso generale nel contrasto alle patologie oncologiche. L’invito è di non abbassare la guardia, anche in un contesto – come quello attuale – in cui la pandemia sta mettendo a dura prova la necessità di rispettare i programmi di screening e i percorsi di cura.