immagine

Fumo: uno studente su tre fuma a scuola. Troppa tolleranza!

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Gli studenti italiani fumano a scuola e lo ammettono loro stessi senza remore.

Ma, quanto al fumo, gli insegnanti non sono da meno, dimenticando spesso di dare il buon esempio.

Questo il quadro allarmante che emerge dalla prima “Indagine civica sul fumo a scuola” presentata da Cittadinanzattiva.

L’iniziativa, promossa nell’ ambito della campagna nazionale “Impararesicuri” per la sicurezza a scuola, è stata realizzata attraverso questionari anonimi compilati da 3.213 studenti, di cui 1.641 delle scuole superiori e 1.572 delle scuole medie. Coinvolte 154 scuole (81 superiori e 73 medie) di 15 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana ed Umbria.

Dichiara apertamente di accendere la sigaretta negli ambienti scolastici quasi uno studente su tre (31%) delle superiori e un modesto ma significativo 4% dei ragazzi delle medie. Ma ben l’82% degli studenti delle scuole superiori e il 51% degli studenti delle scuole medie dicono di aver visto altri compagni fumare durante l’orario scolastico. Alla domanda se hanno visto docenti fumare a scuola, risponde positivamente il 77% degli studenti delle superiori e il 49% delle medie.

Ma cosa si fuma nelle scuole? Per lo più sigarette, nel 94% dei casi alle superiori e nel 93% alle medie. La restante percentuale parla anche di spinelli e, in misura minore, di sigari, di crack o di altro non meglio specificato. Tuttavia nell’indagine i numeri crescono quando prevale la descrizione degli altri, mentre ammettere di aver fumato a scuola in prima persona è più complicato: lo riconosce infatti solamente il 31% degli studenti più grandi e appena il 4% di quelli delle medie. “Probabilmente il dato è sottodimensionato in entrambi i casi – riferisce il rapporto – in quanto il questionario, pur essendo anonimo, è stato somministrato all’interno delle classi, spesso da uno dei docenti presenti nel momento della somministrazione e questo potrebbe aver fatto propendere qualche studente a non dichiararsi fumatore“.

Eppure i divieti esistono, e più della metà dei ragazzi (59% del campione delle superiori e 56% nelle scuole medie) sa che non si può fumare nelle scuole. Ma è un divieto solo sulla carta, dal momento che dichiarano di essere stati puniti in maniera sistematica solo nel 17% dei casi alle superiori e nel 36% alle medie. Nelle scuole superiori gli studenti non hanno problemi a farsi vedere mentre fumano: il 70% di loro lo fa in cortile. Nelle scuole medie, invece, ci si nasconde: i ragazzi fumano prevalentemente fuori dalla scuola (60%) o in bagno (49%).

Ad essere troppo tolleranti sono soprattutto gli insegnanti che, oltre a non dare il buon esempio, spesso fanno finta di nulla se scoprono che un loro studente fuma a scuola: il 25% dei docenti delle superiori e il 3% dei docenti medi si mostra “indifferente”. Solo il 28% degli insegnanti delle superiori e la metà nelle scuole medie segnala correttamente l’accaduto al Dirigente che, per legge, è responsabile della sicurezza nella scuola.

Nelle nostre scuole sono in gran parte assenti i cartelli con il divieto di fumare, la vigilanza scarseggia così come le sanzioni e gli adulti non sempre si propongono come modelli positivi“, afferma Adriana Bizzarri, responsabile scuola di Cittadinanzattiva. “In questo contesto condividiamo la necessità di estendere il divieto di fumo a tutti gli ambienti della scuola, compreso il cortile, sia per tutelare anche chi non fuma dai rischi del fumo passivo sia per questioni di sicurezza legate al rischio incendio, che potrebbe scaturire a causa delle sigarette. Gli interventi repressivi devono però andare di pari passo con la formazione ed informazione come da anni facciamo con la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, in programma anche quest’anno il prossimo 25 novembre“.

Crediamo – continua Bizzarri – che i corsi di formazione ed aggiornamento sul tabagismo previsti dal disegno di legge vadano estesi anche a dirigenti, docenti e collaboratori scolastici, perché sia chiaro che tutto il personale della scuola ha responsabilità nella promozione e nella tutela della salute e della sicurezza all’interno dell’edificio scolastico“.

Sarebbe opportuno, aggiungiamo noi di wellMe, chiedersi come sia possibile che ragazzi così giovani riescano ad eludere le leggi vigenti che vietano la vendita dei generi di monopolio ai minori di sedici anni…

Per scaricare l’indagine clicca qui

Roberta Ragni

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Dopo una laurea e un master in traduzione, diventa giornalista ambientale. Ha vinto il premio giornalistico “Lidia Giordani”, autrice di “Mettici lo zampino. Tanti progetti fai da te per rendere felici i tuoi amici a 4 zampe” edito per Gribaudo - Feltrinelli Editore nel 2015.