Finita l’epoca del Carosello, gli adolescenti 2.0, quelli di Facebook e di Youtube, vanno a letto sempre più tardi.
È un dato di fatto. Ma il sonno perduto dei ragazzi che restano alzati fino a tardi quasi tutte le notti, per poi trascinarsi ad occhi chiusi a scuola il giorno dopo, può avere implicazioni ben più gravi della sonnolenza durante le lezioni.
Un nuovo studio americano suggerisce che la mancanza di un giusto riposo e l’alterzione del ritmo sonno-sveglia potrebbero comportare effetti estremamente negativi nella crescita equilibrata del cervello, influendo pesantemente sulle sinapsi.
La sinapsi, o giunzione sinaptica, è una struttura altamente specializzata che consente la comunicazione delle cellule del tessuto nervoso tra loro (neuroni) o con altre cellule (cellule muscolari, sensoriali o ghiandole endocrine). La mancanza cronica di sonno in adolescenza può influire in termini di “cablaggio” del cervello. Lo rivela lo studio della University of Wisconsin-Madison “Sleep and waking modulate spine turnover in the adolescent mouse cortex”, pubblicato su Nature Neuroscience.
“L’adolescenza è un periodo delicato di sviluppo durante il quale il cervello cambia drasticamente – spiega la ricercatrice a capo dello studio, Chiara Cirelli – si verifica una ristrutturazione massiccia dei circuiti nervosi, con la formazione o l’eliminazione di molte sinapsi“.
Il team della professoressa Cirelli ha indagato su come i cambiamenti del ciclo sonno-veglia influissero sull”anatomia del cervello di topi in fase di “sviluppo adolescenziale”. Precedenti studi molecolari ed elettro-fisiologici hanno dimostrato che, durante il sonno, le sinapsi nei roditori adulti diventano più deboli e più piccole.
Utilizzando un microscopio a due fotoni, i ricercatori hanno indirettamente seguito la crescita o la scomparsa della sinapsi contando le spine dendritiche, le strutture allungate che contengono sinapsi e che quindi consentono alle cellule del cervello di ricevere gli impulsi dalle cellule cerebrali. Hanno poi confrontato diversi gruppi di topi “adolescenti“, alcuni che per 8- 10 ore erano stati svegli spontaneamente, altri che avevano dormito regolarmente, e topi costretti a rimanere svegli. Le immagini hanno dimostrato che l’essere addormentato o l’essere sveglio ha fatto davvero la differenza nel cervello degli adolescenti, danneggiando pesantemente quello dei topi che non avevano dormito a sufficienza.
“Questi risultati, ottenuti analizzando una manipolazione del sonno di appena 8- 10 ore, dimostrano che il tempo trascorso a dormire o a stare svegli determina il numero di sinapsi che si stanno formando“, spiega la Cirelli. “La domanda successiva è cosa accade con una limitazione di sonno cronica, una condizione che molti adolescenti vivono sempre più frequentemente“.
Insomma, dopo la scoperta dei danni sul cervello, sulla memoria e sull’apprendimento, del rischio di sviluppare ictus e infarti, un’ulteriore conferma che dormire poco non è propriamente salutare…
Roberta Ragni