È risaputo che un bambino felice è il paradigma di tutta una vita: coniuga la capacità del futuro adulto d’essere equilibrato e sereno.
Anche gli studi scientifici lo confermano: da uno studio del King’s College di Londra, cominciato negli anni ’70 e basato su un campione di 6500 bambini, monitorati per vent’anni, è emerso che l’obesità è collegata non solo a cattive abitudini alimentari ma anche a fattori psicologici.
Quello dell’infanzia è un momento molto particolare per lo sviluppo affettivo dell’essere umano. Se non vissuto con la giusta emotività, può arrecare dei danni al benessere psico-fisico dell’adulto. Paura, scarsa capacità di sviluppare il rapporto con i genitori, solitudine possono ingenerare disturbi alimentari.
In particolare, secondo i dati della ricerca, una cattiva emotività del bambino può tradursi nella tendenza all’obesità. Un disturbo per il quale si mangia anche senza fame provocando delle gravi conseguenze alla salute, come patologie cardiache, sovrappeso cronico, depressione o ipertensione.
Il punto critico è dato dal senso di vuoto e solitudine: i bambini vivono in contesti nei quali non c’è più un dialogo diretto e proficuo con i propri genitori, anzi, spesso, è favorito, in qualche modo, il silenzio e l’isolamento, con la presenza della televisione in tutte le camere e, quindi, il “rintanamento” di ognuno nella propria “privata missione” da telespettatore.
Cibarsi senza fame, sembra, secondo la ricerca, soddisfare il bisogno di provare un certo piacere anche da soli, così come si è sperimentata, da bambini, la solitudine del non-dialogo e dell’incomprensione. Si innesca così un circolo vizioso per il quale la solitudine diventa un abitudine e, assieme ad essa, la voglia del cibo.
La ricerca del King’s College assume come fondamentale l’educazione del piccolo già in età pre-scolare. Stimolare la volontà di comunicare, di parlare apertamente delle proprie angosce, di essere se stesso con tutte le sue contraddizioni e difetti.
Bisognerebbe imparare a spegnere TV e internet e comunicare senza chiusure con chi ci sta intorno. Soprattutto se sono alti poco più di 80 cm ed hanno gli occhi di un bambino.