Il momento migliore per insegnare una lingua ad un bambino è, senza dubbio, la prima infanzia.
Uno studio del Max Planck Institut, finanziato dalla UE e pubblicato sulla rivista PLoS One, dimostra che l’apprendimento dei più piccoli può davvero sorprenderci, iniziando addirittura all’età di 4 mesi. I neonati sarebbero infatti in grado di distinguere già a questa età i vari fonemi presenti nelle sillabe. Riconoscendo tra l’altro le relazioni tra sillabe adiacenti che compaiono frequentemente insieme.
La ricerca è stata condotta su lattanti tedeschi di 4 mesi. A questi sono state fatte ascoltare, per poco più di tre minuti, alcune frasi in italiano in cui comparivano due semplici costruzioni: “sta X-ando” (ad esempio “il fratello sta cantando”), e “può X-are” (ad esempio “la sorella può cantare”).
Dopo questa prima fase, i piccoli sono stati sottoposti a un piccolo test, nel corso del quale hanno ascoltato frasi corrette e frasi scorrette, come “la sorella può cantando” o “il fratello sta cantare”.
Nel corso del test, composto da 4 fasi, per un totale di 256 frasi corrette e poco più di 13 minuti di ascolto, è stata misurata l’attività cerebrale dei bebè. Nella quarta fase emergevano pattern di attivazione cerebrale diversi, a conferma del fatto che i neonati avevano appreso che “sta” va con “-ando” e “può” con “-are”.
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Ovviamente a quest’età, come spiega la professoressa Friederici che ha guidato lo studio, i bambini non capiscono l’errore a livello di significato. La ricerca comunque dimostrerebbe che riescono ad apprendere le regole grammaticali in base al suono della lingua.
Inoltre, i modelli di attività cerebrale registrati durante la sperimentazione, erano molto più simili a quelli di un madrelingua italiano che non a quelli di adulti tedeschi che studiavano l’italiano. Questo a conferma che l’apprendimento della madrelingua potrebbe essere relegato ad una breve fase iniziale dello sviluppo.