“Uno schiaffo non ha mai fatto male a nessuno!” Quante volte avrete sentito o forse anche detto questa frase? E quante volte avrete ricevuto schiaffi e sculacciate dai vostri genitori, oppure ne avrete dati ai vostri figli, esasperati dai loro capricci?
È in arrivo una notizia importante per voi: è scientifico, gli schiaffi fanno male ai bambini. Certo, non parliamo del ceffone che vola una volta ogni tanto, ma dell’abitudine sistematica di punire i figli a suon di schiaffi.
Lo studio
Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Duke University del North Carolina, in collaborazione con altre cinque Università statunitensi e pubblicato sulla rivista Child Development, le punizioni corporali generano nel bambino un comportamento aggressivo, provocando anche ritardi a livello cognitivo.
Per condurre la ricerca hanno osservato 750 bambini di età compresa tra i 5 e i 16 anni. I ricercatori hanno potuto evidenziare che i bambini puniti fisicamente dai loro genitori presentavano un rischio triplo di manifestazione di atteggiamenti aggressivi e risultati inferiori nei test sulle abilità cognitive rispetto ai coetanei che invece non ricevevano sculacciate. L’indagine ha preso in considerazione anche altri fattori tra i quali il livello socio-culturale ed economico delle famiglie di provenienza, l’etnia e il sesso dei bambini, ma nessuno di tali fattori ha avuto un’incidenza di rilievo sui risultati.
La Duke University ha condotto un’altra ricerca pubblicata su Child Development, nella quale ha esaminato le conseguenze nel tempo, sui bambini divenuti adolescenti, degli schiaffi ricevuti da piccoli. È stato dimostrato che le punizioni fisiche ricevute sino ai 9 anni di età non lasciano poi conseguenze significative sullo sviluppo della sfera comportamentale dei bambini. Sono le percosse protratte oltre i 9 anni che influiscono in maniera negativa sulla sfera emotiva e relazionale degli adolescenti.
Un’altra ricerca
Allo stesso modo, i bambini che ricevono schiaffi quando sono molto piccoli, possono manifestare problemi comportamentali quando raggiungono l’età scolare. I ricercatori della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora, hanno preso in esame 1.966 bambini da zero a 23 mesi, osservandoli poi nei quattro anni successivi, fino al compimento dei 6 anni, età dell’ingresso a scuola. I piccoli che avevano ricevuto percosse durante i primi due anni di vita, presentavano più difficoltà di inserimento nell’ambiente e maggiori problemi di rendimento rispetto a quelli che non erano stati picchiati. Le conseguenze delle percosse sono risultare molto più evidenti nei bambini bianchi, che in quelli di colore, probabilmente perché, hanno spiegato gli scienziati, presso alcune culture le punizioni fisiche sono un fenomeno generalmente accettato.
Nessuno pretende, naturalmente, di insegnarvi il mestiere più difficile del mondo, quello per cui non esistono titoli accademici o scuole di specializzazione: il mestiere di genitore. È giusto però, diffondere questo messaggio, anche a prescindere dai risultati della ricerca.
In famiglia è giusto educare al dialogo e al rispetto reciproco. Correggere i figli che commettono errori è certamente necessario, ma spesso un rimprovero può risultare più efficace di molti schiaffi. Può risultare efficace anche far leva sulla sensibilità dei propri figli, facendo notare come un loro atteggiamento sbagliato ha provocato dolore nei genitori: difficilmente un bambino resta indifferente di fronte alla sofferenza di papà e mamma.
Già, perché i bambini guardano i genitori, molto più di quanto noi adulti sappiamo immaginare: assistere a liti violente in casa, vedere il padre picchiare la madre, educa il bambino all’aggressività, a farsi rispettare con l’uso della forza. Solo l’amore, invece, genera l’amore.