Prima Serata: è notte, fa caldo e su un letto sfatto una coppia giace abbandonata alle lenzuola. Lui guarda verso il soffitto, imbarazzato. Lei lo accarezza, sorridendo. Gli parla, lo tranquillizza. “Non preoccuparti, succede“.
Seconda Serata: Fa ancora molto caldo e la stessa coppia è seduta sul letto. Lui rimira le unghie dei suoi piedi, ancora più imbarazzato. Lei, sorriso forzato, gli fa una breve carezza.
Ennesima Serata: Fa caldo o freddo, il clima non è importante. Lui balbetta, dice che è stressato. Lei, stizzita, sbuffa e si gira dall’altra parte.
Se vi siete riconosciute nella scenetta descritta sopra, forse anche a voi è capitato di imbattervi nella Grande Sòla, la suprema delle fregature annesse al pacchetto maschio.
Trattasi di quel piccolo inconveniente che prende il nome di Disfunzione Erettile, ovvero “come condannare una donna ad un calvario perenne, fra liti, accuse e frustrazioni varie“.
Per D.E., Disfunzione Erettile, non si intende un singolo episodio di mancanza di turgidezza. A tutti, anche i migliori, può capitare una serata storta, un periodo di super lavoro o uno stato emotivo di intensa preoccupazione. Le donne, generalmente, sono molto comprensive. Capiscono, accolgono, consolano. Non c’è nulla di cui preoccuparsi se per una volta non si riesce a consumare l’intero atto amatorio. Si può benissimo ripiegare su altre deliziose pratiche.
Per esempio il sesso orale. Ma anche qualcosa di più fantasioso, come l’esplorazione dei punti erogeni dell’altro, un massaggio sexy, una tecnica tantra imparata per corrispondenza, una buona lettura erotica da condividere o anche una sana dormita.
Insomma, di modi intriganti per passare del tempo se ne trovano tanti. Quando, però, il problema inizia a ripetersi con costanza, è il caso di fermarsi un attimo.
Sì, nell’attimo che precede il patetico tentativo femminile di riconquistare la felicità perduta senza affrontare l’argomento, con un semplice atto di magia bianca, tipo lo sciogliere cinque compresse di Viagra nella zuppa della sera.
Probabilmente l’argomento è tale da riuscire a mettere in difficoltà entrambi i partner. Ma l’insoddisfazione reiterata è una delle peggiori compagne di vita. La prudenza è assolutamente necessaria. Evitate il solito pragmatismo femminile facendogli trovare, accanto alla tazza dei cereali, il foglietto dell’appuntamento (che voi avete fissato) con l’andrologo.
Parlatene insieme, con delicatezza. Inutile fingere comprensione se per la ventesima volta lui si smonta di entusiasmo all’idea di un rapporto intimo. Il corpo rivela le vostre reali intenzioni. Pronunciare l’ennesimo “cosa vuoi che sia” con un finto sorriso, mentre sibiliate a denti stretti il nome del vostro collega con cui presto vi ritroverete abbarbicate, non giova a nessuno.
Per venire incontro a tutte le persone in difficoltà, la Eli Lilly, nota azienda farmaceutica, in collaborazione con la SIA, Società Italiana di Andrologia, con SIAMS e SIU, Società italiana di Urologia, ha lanciato la campagna Basta Scuse.
Secondo gli esperti il 52% degli italiani sopra ai 40 anni soffre di disturbi dell’erezione. Molto spesso la cosa viene ignorata dai portatori di D.E, che, per mancanza di informazione, causano gravi danni alla salute e al benessere loro e delle loro partner. Gli interventi (supporto psicologico, consulenza, moderato uso delle magiche pastigliette), alleviano quasi tutti i sintomi.
Nel 95% dei casi, infatti, le cause sono di origine psicologica.
Il titolo della campagna, “Basta scuse”, fa riferimento a tutte le panzane che i signori uomini utilizzano per giustificare le loro defaillance: dall’inattaccabile stress per eccessivo lavoro alla sempreverde ansia da prestazione al subdolo e inaccettabile forse non è solo colpa mia.
In caso di prolungate defaillance, infatti, accadono due fenomeni, facilmente osservabili. L’uomo, da imbarazzato e impacciato, diventa aggressivo. Dato che assumersi la colpa di qualcosa è un’attitudine che non lo riguarda, riversa lentamente la responsabilità sulla compagna. Mentre, dinnanzi all’ennesima orrenda disfatta, pronuncia le parole “scusa amore, deve essere il troppo lavoro“, comincia a meditare di non essere il responsabile della cosa e che ci sia in realtà qualcosa, in lei, che lo rende difettoso. La colpa non può essere la sua, visto che davanti al calendario di Pamela Anderson i suoi istinti funzionano così bene.
Giorno dopo giorno, débacle dopo débacle, cambia idea. Mentre continua a rifilarvi una qualsiasi scusa, vi guarda con sospetto, pensando “befana maledetta, vedi cosa succede a mostrarmi il tuo disappunto per il sesso? Come pretendi che si alzi se ti presenti così, trasandata, ingrassata, con Winnie the Pooh disegnato sulle mutande ascellari e se ogni volta che mi vedi nudo lo guardi con disgusto, come se fosse un pezzo in più?“.
Oppure, nel caso che sia un individuo un po’ più insicuro, prende la strada tipica della popolazione italiana: fa finta di nulla. Ignora. Fischietta. Cambia discorso, evita le situazioni, non pronuncia le parole, come se non parlandone il problema non ci fosse.
La donna, a quel punto, risponde dapprima con incredulità. Ma poi, visto che ci si abitua a tutto, finisce con il far finta di nulla anche lei, diventando complice di un legame basato sull’amicizia. Perché la passione, dicono tutti, prima o poi passa, quindi tanto vale accontentarsi del resto.
L’idea vi fa rabbrividire? Bene, è già un ottimo segnale. La prossima volta che lui si dilegua, al momento sbagliato, evitate l’atteggiamento da mamma. E, prima che pronunci una qualsiasi delle frasi in repertorio, ditegli semplicemente “Basta scuse”.
Fiammetta Scharf