Il ritmo è il vero regolatore delle nostre esistenze. Spesso, il successo nella vita deriva dalla giusta morbidezza, quel saper stare nella corrente e aspettare l’onda perfetta, flessibili quel tanto che basta per non farsi spezzare e con sufficienti forze per non farsi sommergere dall’abbondanza d’acqua. Se la vita è un ballo, bisogna andare a tempo.
Proporsi ad un’azienda che sta licenziando personale è un passo sbagliato. Voler avere qualcosa che non si è pronti a ricevere è una mossa priva di grazia. Incaponirsi ad amare un partner inaffidabile e distante è una brutta caduta. Ricevere una proposta di lavoro per telefono quando si è in piedi su un cornicione, decisi a farla finita, può essere un salto perfetto.
La regola vale anche per il sesso. Far durare un rapporto per un’ora, mentre i bimbi piangono e la cena sta bruciando sul fuoco, è inutile e dannoso. Ma anche molto raro. Pare, infatti, che tra i maschi italiani la malattia più diffusa sia la Velocità. Non nel senso che sono in grado di scegliere in fretta o di prendere iniziative per il benessere globale e intimo. Non nel senso che trovano soluzioni rapide ed efficaci. No.
Nel senso che, a letto, impiegano poco, molto poco, spesso eccessivamente poco per raggiungere il piacere. Lasciando la donna lì, a metà strada, tra il deluso e il furente, con la classica faccia da “ma allora, se doveva essere così breve, perché non mi hai lasciata dormire?”
Fino ad ora l’homus rapidus (l’esemplare di maschio che soffre di eiaculazione precoce) poteva ribattere alla compagna con la tattica tipicamente maschile del frittatone, cioè il rigirare la situazione per aria fino a farla atterrare dal lato opposto, facendo credere a lei che, alla fine, la colpa di un determinato comportamento maschile sia nella scarsa sensibilità/cura/attenzione della donna. Nel caso dei rapporti, alla lamentela sull’eccessiva velocità, l’homus rapidus risponde con sfida e sarcasmo “sei tu che sei troppo lenta. Non ti ecciti mai, hai addirittura bisogno dell’ambiente giusto!”
Qualche giorno fa la PE Confidential Survey, una ricerca presentata all’ultimo congresso dell’European Association of Urology, ha riportato i dati ufficiali dello studio sull’eiaculazione precoce. A soffrirne è il 20% degli Italiani. Sembra che la fascia di età più colpita sia quella dei 30-40enni che vivono in coppia. Il problema non riguarda, quindi, i giovanissimi e inesperti under 20, né i signori che hanno superato la sessantina. Qui si parla dell’uomo nella fascia di età migliore, quella in cui dovrebbe essere ormai padrone del suo corpo e delle tecniche del piacere ma ancora nel pieno vigore fisico. La ricerca rivela anche che gli uomini che ammettono di soffrire di questo disturbo sono preoccupati per le loro compagne. Sembra che le immaginino poco soddisfatte e potenziali traditrici.
Troppo veloci, ma almeno coscienti. Alexander Lowen, padre della bioenergetica e profondo studioso del corpo e dello spirito umano, scrive in un suo saggio che il miglior antidoto all’infedeltà è avere rapporti sessuali coinvolgenti e soddisfacenti, che permettano un incontro completo e profondo tra i due membri della coppia.
La stessa ricerca PE Survey, alla voce “come si sente una donna dopo un rapporto eccessivamente rapido?” ha riportato la strabiliante risposta Arrabbiata. Il 30% delle compagne di un eiaculatore precoce è, incredibile a dirsi, infuriata con il proprio partner. Certo, le donne sono comprensive e pronte ad accogliere e consolare. Ce l’hanno nel D.N.A. Ma forse, prevedere che per una donna iniziare un rapporto e finirlo nel momento in cui sta cominciando ad interessarsi sia una tortura, non è poi così difficile.
Per far capire ad un uomo lo stato d’animo che agita una donna in quei brutti momenti, si potrebbe tentare un piccolo esperimento. Va preparato con cura e richiede un po’ di sacrificio ma sortisce effetti sorprendenti. La ricetta? Semplice.
Si accetta di guardare una partita di calcio insieme all’homus rapidus. Deve essere una sfida importante, una finale sarebbe perfetta. Ci si siede accanto e si trepida con lui per tutto il tempo. Quando gli avversari, incauti, atterrano l’attaccante della squadra del cuore, provocando un rigore, ci si esalta e si stringe la mano dell’eccitatissimo uomo. Nell’esatto istante in cui il calciatore batte il rigore si spegne la tv. Questa fase è importante, il tempismo deve essere perfetto.
Si prende, quindi, un qualsiasi oggetto provvisto di telecamera e si filma la faccia dell’uomo. Poi lo si guarda e gli si dice “amore, hai capito cosa vuol dire interrompersi nel momento sbagliato”?.
Con il telecomando in mano, ci si rifugia in bagno, chiudendosi a chiave. Si riappare dopo un’oretta e mezzo. Ci si avvicina all’uomo e gli si chiede “Vuoi che ricominciamo adesso? Ti riaccendo la TV?”
A volte, per risolvere i problemi, basta trovare il modo giusto per farci capire…
Fiammetta Scharf