Le coppie senza figli corrono un rischio maggiore di morire prematuramente. Ma l’adozione può ridurre questa possibilità. È questo, in sintesi, quanto sostenuto da un nuovo studio dell’istituto danese Aarhus University, condotto dal professor Esben Agerbo e pubblicato online sul Journal of Epidemiology e Community Health, che suggerisce come avere figli, sia propri che adottati, possa significare anche una vita più longeva, soprattutto nelle donne.
Una questione importante, se si considera che il numero delle famiglie senza figli è in costante aumento. Lo confermano, ad esempio, le previsioni per il 2030 del Rapporto biennale dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia: se oggi ci sono 23,4 milioni di famiglie con 2,6 individui per nucleo, per gennaio 2030 le famiglie saranno 25,6 milioni, ma il numero medio di individui per nucleo scenderà a 2,4.
Tra le ragioni possibili dell’aumento dei tassi di mortalità precoce ci sono comportamenti rischiosi, come l’abuso di alcol e droga, i casi di depressione o altre malattie psichiatriche e i problemi fisici legati all’infertilità.
Lo studio, spiega Agerbo, è stato un “esperimento naturale“, perché analizza solo dati provenienti da coppie che volevano un figlio e hanno fatto ricorso alla fecondazione in vitro.
Il motivo del legame tra l’essere senza figli e una morte prematura, in realtà, non è chiarissimo, ma sta di fatto che tra le donne che non sono riuscite a concepire il tasso di morte prematura per malattie cardiovascolari, tumori o incidenti era 4 volte più alto rispetto a chi era riuscito a diventare genitore, mentre era del 50% più basso tra le donne che avevano adottato un bambino.
Quanto agli uomini, i tassi di mortalità precoce erano circa 2 volte superiori tra coloro che non sono divenuti genitori.
Sono inoltre risultate affette da maggiori patologie mentali sia le coppie senza figli propri che quelle adottive, ad eccezione dei tassi leggermente più elevati legati a problemi di droga e alcol solo tra le famiglie senza bimbi. I ricercatori hanno tratto queste conclusioni analizzando i dati dei registri anagrafici sulla popolazione della Danimarca, considerando nascite e morti, fecondazione assistita (IVF), ricoveri ospedalieri, contatti con i servizi psichiatrici e le statistiche del mercato del lavoro.
Hanno così studiato 21,276 coppie senza figli che tra il 1994 e il 2008 avevano fatto ricorso alla fecondazione in vitro. Da loro sono nati 15,210, mentre appena 1,564 sono stati adottati.
Roberta Ragni