Si ama solo chi o ciò che si conosce, nevvero?
Allora le coppie collaudate, i nonni che passeggiano sotto braccio nel parco, sanno tutto l’uno dell’altra, vero? Tutto il contrario invece: le donne sposate ignorano persino con quale piatto rendere felici i mariti, gli uomini non sanno quale è il film preferito dalle mogli.
Stupefacente, ma vero: è quanto emerge da una ricerca condotta da Benjamin Scheibehenne e Jutta Matta, psicologi dell’Università di Basilea, insieme al collega Peter Todd, dell’Università dell’Indiana a Bloomington.
Gli studiosi hanno preso in esame 38 giovani coppie, tra i 19 ed i 32 anni e 20 coppie di lunga data, di età compresa tra i 62 ed i 78 anni, chiedendo loro di indicare i gusti del partner su tre argomenti basilari: cibo, film e stile preferito in cucina. Il risultato è stato decisamente inaspettato: i giovani si sono rivelati molto più ferrati degli anziani nel citare con precisione le preferenze del/della partner in ognuno di questi campi. Non solo: nelle coppie di età avanzata ciascuno, pur essendo invece in errore, si mostrava assolutamente certo di conoscere tutto del marito o della moglie.
Come spiegare questi risultati? Probabilmente con gli anni l’attenzione nei confronti dell’altro/a, se non mantenuta viva, tende a spegnersi. Quante di noi hanno chiesto a parenti ed amici il piatto preferito del proprio uomo per presentarglielo come per magia in tavola, la sera della romantica cenetta organizzata a casa? E quanti uomini hanno girato tutte le profumerie della città per trovare il profumo che la propria compagna adora? Storie di un amore che nasce e si costruisce, desiderio di scoprire, di conoscere, di far piacere, di stupire. Dopo 40 anni di matrimonio, però, la storia è diversa: si mangia tutti i giorni alla stessa tavola, si usa tutti i giorni lo stesso bagno, si guarda la televisione insieme. Lei cucina e lui deve mangiare ciò che trova in tavola, senza lamentarsi.
Lei è convinta che quei peperoni arrosto lo delizieranno, lui però non li ha mai digeriti. Fusione, complicità, quotidianità, che spesso possono far credere erroneamente che oltre a condividere lo stesso tetto si condividano gli stessi gusti. Può accadere, ci si può integrare, certo, ma non è detto che accada. È il darsi per scontati, il considerare l’altro/a una terra già nota invece che un mistero da continuare a scoprire ogni giorno, che porta l’amore a perdere fascino, forza, vigore e trasforma il matrimonio in una coabitazione, a volte consolante, a volte forzata, ma priva di intensità e spessore.
Eppure gli anziani sono risultati nel complesso più soddisfatti della loro unione rispetto ai giovani: forse perché hanno smesso di impegnarsi, di porsi domande ed accettano l’altro/a, così come è, o meglio come credono sia?
Francesca Di Giorgio