Che l’amore e la passione facciano perdere il contatto con la realtà è noto a tutti. Ma sapevate che essere innamorati è come trovarsi continuamente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti? È quanto sostiene Semir Zeki, professore di neuro-estetica alla University College di Londra, secondo il quale l’amore è una questione di biochimica che, sull’organismo, ha effetti simili alla droga.
In uno studio condotto insieme al collega Andreas Bartels, con lo scopo di appurare i meccanismi alla base dell’amore, il professor Zeki ha infatti scoperto che l’innamoramento attiva particolari aree del cervello e ne disattiva altre, proprio come avviene durante l’assunzione di oppiacei.
La ricerca ha coinvolto 17 volontari, di età compresa tra i 23 e i 24 anni, provenienti da 11 Paesi, ai quali è stata mostrata una fotografia del loro partner e altre foto di tre amici del sesso opposto. La risonanza magnetica, con la quale gli studiosi hanno monitorato la loro attività cerebrale, ha registrato per tutti gli stessi dati: mentre i volontari osservavano l’immagine del partner, gli aumenti e le diminuzioni del flusso sanguigno determinavano l’attivazione di alcune aree del cervello, deputate alla registrazione di emozioni.
Durante l’innamoramento, in queste zone si verifica un’alta concentrazione di vasopressina, ossitocina – meglio conosciuta come l’ormone dell’amore – e dopamina – l’ormone dell’euforia, prodotto dal cosiddetto meccanismo della ricompensa, lo stato in cui ci si trova quando, dopo aver fatto una buona azione, si aspetta un premio.
Dallo studio è stato inoltre osservato che, quando l’innamorato osserva il suo amato, alcune parti del cervello si disattivano, a cominciare dalla corteccia frontale, l’area deputata al giudizio. In pratica, quando amiamo qualcuno, perdiamo la lucidità e la capacità critica, ignoriamo problemi e difetti.
Insomma, siamo completamente accecati da una follia dettata dal cervello. Secondo il professor Zeki, il cervello si comporta in questo modo per “obiettivi biologici più importanti“, come la riproduzione. Ciò significa che la perdita di giudizio rende più probabile la procreazione.
Ma anche la paura scompare, perché un’altra area che si spegne durante questa fase, è l’amigdala, che controlla le emozioni, tra cui appunto la paura. Dunque, ansia e timori lasciano il posto alla sicurezza dell’amore che si prova per il proprio partner. Persino la tristezza non ci tocca: infatti, le parti che non risultano attive durante l’innamoramento sono proprio quelle della depressione e delle emozioni negative.
È interessante ricordare come, durante l’innamoramento, si attivi anche un neurotrasmettitore più familiare, come l’adrenalina, l’ormone che, alla vista del nostro partner, ci fa battere forte il cuore, ci fa sudare le mani e sentire una certa secchezza in bocca. L’adrenalina viene rilasciata anche quando siamo spaventati: secondo il professor Zeki, è probabile che due persone che si attraggono, seppur vagamente, si innamorino alla follia l’uno dell’altra, se si trovano a vivere insieme un’esperienza eccitante o paurosa.
Tuttavia, in questa fase, l’abbandono è traumatico. Una ricerca condotta dall’Università del New Jersey ha dimostrato che perdere il partner quando si è ancora innamorati ha un effetto neurologico simile o addirittura più forte di quello provocato dalla prima scintilla. Essere lasciati, infatti, provoca un elevato aumento di dopamina – l’ormone che controlla le nostre esperienze di dolore e piacere, legate all’euforia e al desiderio – che induce pensieri ossessivi. Tornando al paragone con la droga, il forte desiderio del partner è simile alla fame e alla sete, al pari della voglia di droga da parte di un tossico-dipendente.
L’aumento di dopamina porta, inoltre, ad una riduzione della serotonina, l’ormone che influisce sull’umore e sull’appetito. I suoi livelli possono scendere agli stessi delle persone affette da disturbo ossessivo-compulsivo, provocando quindi ansia e nervosismo.
E non finisce qui. L’amore respinto può anche indurre pensieri legati al suicidio o all’omicidio e la voglia di morire supera quella di vivere. Gli psicologi stanno ancora cercando di capire perché in alcune persone, quando vengono abbandonate dal proprio partner, scatta un’ossessione che, in alcuni casi, può diventare pericolosa, da rischiare tutto per amore.
Basti pensare agli stalker, il cui comportamento mostra come le persone arrivino a compiere azioni inconcepibili in amore. “Il sentimento dell’amore cresce a dismisura negli stalker – dichiara al Daily Mail lo psicologo David Nias, specialista in stalking – Diventa un disturbo mentale che li fa delirare. Purtroppo non sappiamo altro riguardo alle sue cause“. Secondo il dottor Nias, in questo amore non corrisposto è coinvolto una caratteristica distinta della personalità, legata all’eccessiva emotività e alla fantasia.
Gli scienziati infine ricordano che, con il passare del tempo, lo stato di agitazione a livello cerebrale rallenta: nei test si è infatti osservato che i livelli di dopamina, vasopressina e ossitocina si abbassano e, quindi, dopo aver superato una perdita, il nostro cervello è pronto per farci innamorare di nuovo.
Silvia Bianchi