Romantiche tremate! Da più parti stanno arrivando gelide ondate di cinismo, che sembrano minare i pilastri dell’amore eterno.
Dopo il duro attacco sferrato dal pubblicitario francese Beigbeder Frédéric con il suo bestseller “L’amore dura tre anni” in cui dimostra, tra statistiche, biochimica ed esperienza personale, l’ineluttabile data di scadenza del dolce sentimento. Ora anche gli studiosi dell’Università di Rochester preparano un “temibile affondo” con uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science.
Il team, coordinato dallo psicologo Ronald Rogge, ha concluso che l’amore ha una scadenza e che è anche possibile stabilire quando gli innamorati si diranno addio.
Il test sperimentato dai ricercatori fa in modo che i componenti delle coppie rivelino ciò che pensano reciprocamente senza rendersene conto, in modo da avere risposte quanto più possibile spontanee. Il risultato permette di comprendere se esistono segnali di malessere. Gli esami condotti fino a oggi sull’argomento, spiegano i ricercatori, si basavano sul chiedere direttamente alle persone un giudizio sul proprio partner, dando vita a risposte controllate. Commenta Rogge “La difficoltà principale in una coppia è che il rapporto presuppone che entrambi i componenti siano felici, ma non sempre è così. E spesso molte persone non vogliono ammettere che stanno iniziando a sentirsi meno bene all’interno del rapporto“.
Lo studio è durato 12 mesi e ha coinvolto decine di coppie, per un totale di 222 volontari fidanzati o ammogliati.
Il test è composto da 2 prove: nella prima uomini e donne devono premere la barra della tastiera quando vedono comparire su un monitor combinazioni tra parole positive e sostantivi da loro stessi collegati al partner, mentre nella seconda devono premere quando compaiono combinazioni tra parole negative e altre da legare al compagno. L’obiettivo dell’esperimento è quello stimolare reazioni automatiche, così da ottenere risposte immediate e dettate dall’inconscio. I risultati dimostrano che i volontari che trovano più facile svolgere il secondo esercizio, associando al proprio partner parole negative e azioni difficili, hanno probabilità sette volte più alte di separarsi entro l’anno successivo.
Continua il professor Rogge “Ciò che mi ha emozionato di più è che il nostro test è riuscito a interpretare lo stato di salute delle relazioni molto meglio delle parole dei partecipanti”. La tecnica non è nuova ma è innovativa la sua applicazione e l’interpretazione data ai risultati. Finora test come questo sono stati usati per individuare pregiudizi legati al razzismo o fobie nascoste, ma mai per stabilire le possibilità di durata di una relazione.
Ma fortunatamente arrivano i nostri… A dare una boccata di ossigeno all’ormai asfittico romanticismo è uno studio americano pubblicato sulla Review of General Psychology che dimostra che non tutti gli amori sono destinati a finire. Secondo i ricercatori non è un’utopia che la coppia possa conservare il sentimento dei primi tempi.
Continuare a provare questo sentimento definito dagli scienziati “un mix di intensità, coinvolgimento e chimica sessuale”, anche nei rapporti duraturi è possibile grazie a a comprensione e condivisione. E l’onesta ammissione di cosa va e cosa no.
Secondo lo psicologo Roberto Cavaliere, esperto di problematiche legate alla coppia e responsabile del sito Maldamore.it, il test dei ricercatori a stelle e strisce va utilizzato come strumento di prevenzione e commenta “Nella società di oggi siamo abituati a non usare i pezzi di ricambio, a gettar via una cosa quando non ci va più bene. Le coppie, per vari motivi, stanno perdendo la capacità di recuperare e riparare ciò che non va. Questo test potrebbe servire per aiutare due che si amano a non arrivare al punto di non ritorno“.
Lo psicologo spiega che spesso si arriva alla terapia di coppia quando ormai non c’è più nulla da fare “Lo studio americano mette in evidenza come spesso chi ha un problema col partner non riesca a identificarlo, né tanto meno a confessarlo. A volte è difficile ammetterlo a se stessi, figuriamoci alla persona che ci sta accanto. Ma un percorso di autoanalisi è fondamentale. Solo dopo aver capito cosa ci da fastidio potremo affrontare il problema”. A quel punto, conclude lo psicologo, l’unica arma è il dialogo: “La comunicazione è fondamentale. Senza, non c’è battaglia che possa essere vinta o relazione che si possa riparare“.
La scienza mette l’accento sulla precarietà dell’amore, sempre più paragonata a un vasetto di yogurt piuttosto che un calice d’Ambrosia, ma se il mito dell’amore eterno sta tramontando questo non significa che sia sul viale del declino anche il romanticismo. Forse più che pensare alla fine dei sentimenti dovremmo viverli e cogliere il suggerimento del poeta del Carpe diem, Orazio “Sii saggia, filtra il vino e riduci le eccessive speranze, perché breve è il cammino che ci viene concesso. Mentre parliamo, già sarà fuggito il tempo invidioso: cogli l’attimo, fidandoti il meno possibile del domani.”
Manuela Marino