imbarazzo

Da dove proviene l’imbarazzo?

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…dal cervello e non tanto dai comportamenti. Per la precisione dove? Nell’emisfero destro, quello connesso proprio alle emozioni.

Gli studiosi dell’Università della California di San Francisco e di Berkeley hanno infatti scoperto che la corteccia cingolata anteriore pregenuale del lato destro della nostra macchina pensante è la madre della vergogna. Per arrivare a questa scoperta un semplice esperimento basato sul karaoke della famosa My Girl dei Temptations: riascoltare la propria voce registrata, ma senza il sottofondo musicale in grado di nascondere agli altri e a noi stessi quanto siamo stonati – nonostante ci piaccia così tanto cantare a squarciagola – scatena gradi diversi di imbarazzo, ovvero attiva in maniera diversa la corteccia suddetta – una piccola porzione di tessuto dell’emisfero destro della parte anteriore del cervello.

Lo studio è stato presentato al 63° meeting annuale dell’American Academy of Neurology alle Hawaii e che è andato oltre a ciò che si era scoperto finora: come mai il silenzio è così imbarazzante, perché certe parole ci fanno arrossire, perché alcuni suoni ci fanno abbassare gli occhi. La scienza è quindi andata oltre: perché ci vergogniamo di noi stessi?

I volontari, mentre cantavano, venivano monitorati sia da alcune sonde che ne misuravano i segni vitali sia da telecamere che riprendevano le espressioni: la misurazione dell’imbarazzo fatta a partire dalle manifestazioni facciali e dai marcatori fisiologici – tra cui sudorazione e battito cardiaco – e successivamente comparata ai risultati della risonanza magnetica, relativi ai volumi delle regioni cerebrali. Virginia Sturm, dell’Università di San Francisco, spiega al riguardo che “nelle persone sane ascoltare il proprio canto, magari stonato, provoca una reazione di notevole imbarazzo. La pressione sanguigna e la frequenza cardiaca aumentano e il ritmo del respiro cambia”.

Controprova che la sede di questa emozione sia l’emisfero destro è stata riscontrata nel fatto che le persone affette da malattie neurodegenerative – la maggior parte dei soggetti sottoposti all’esperimento – sono quasi del tutto indifferenti al fatto di essere stonati! “Le persone con gravi danni neurologici a livello della corteccia frontale – continua la stessa Sturm – hanno invece risposto con più indifferenza. Questa regione del cervello è quindi la sede dell’imbarazzo: più è piccola, meno se ne prova”. Il che vuol dire che chi ha la corteccia cingolata deteriorata prova meno imbarazzo e cioè che è quella la zona in cui l’imbarazzo stesso nasce.

Quindi il sentirsi imbarazzati non dipende da scelte razionali – legate all’emisfero sinistro analitico per antonomasia – ma nasce spontaneo come tutte le altre sensazioni.

Un’ipotesi un po’ bizzarra per combattere questa emozione non così gradevole? Uno spray nasale che caccerebbe la timidizza e quel rossore di gote che, a volte, renderanno le persone un po’ impacciate ma così belle nel loro essere genuine che, a parere mio, anche se si conosce il perché il nostro cervello ci faccia arrossire, è così brutto farlo ogni tanto?!

Valentina Nizardo

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