no pessimismo

Il pessimismo aumenta il rischio di ictus

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La chiusura mentale, la rigidità eccessiva e la poca propensione all’interazione con l’ambiente circostante sono fattori di rischio per l’ictus. Coloro che raggruppano nella propria personalità queste caratteristiche sarebbero esposti molto di più alla probabilità di venire colpiti da un icuts.

Come dire, se siete pessimisti e vedete tutto nero, potrete trovare conferma alle vostre fosche previsioni, perché il vostro carattere vi espone al rischio di malattia in misura maggiore. Così afferma una ricerca presentata ieri al congresso dell’American Stroke Association, in corso a New Orleans. L’associazione si occupa della prevenzione degli ictus e dei danni causati da questa grave patologia.

Lo studio è stato effettuato su un vasto campione -1082 adulti – suddivisi in gruppi a seconda del loro grado di preoccupazione, introversione e pessimismo. Chi contempla in sé un tratto ansioso e pessimista è risultato molto più facilmente soggetto al rischio di icuts.

La base di partenza della ricerca è stato il tentativo di verificare se la teoria del “Big Five”, i cinque elementi fondamentali che caratterizzano la personalità, potesse spiegare e aggiungere informazioni sulla probabilità di essere colpiti da ictus. I cinque elementi descrivono le varie aree della personalità; un essere umano può essere estroverso o introverso, gradevole o sgradevole, coscienzioso o negligente, nevrotico o stabile emotivamente, mentalmente aperto o mentalmente chiuso.

Che essere chiusi e rigidi non sia il miglior modo di affrontare il mondo, è cosa intuitiva e condivisibile da ogni persona dotata di buon senso. Ma lo studio si spinge ad affermare qualcosa di molto più interessante. Il nostro modo di essere e il nostro carattere hanno, quindi, effetto sulla nostra salute. Essere pessimisti, ansiosi e timorosi è un danno che facciamo a noi stessi, oltre che un danno per gli altri.

I pessimisti, in effetti, sono le persone meno gradevoli da frequentare. Chi trascorre il tempo sollazzandosi nella pratica del lamento –attività deprecabile e deprimente – non solo abbatte lo spirito altrui, ma si espone ad incorrere in problemi fisici pericolosi e gravi.

Il modo con cui si affronta la vita, qualunque sia lo stato da cui partiamo, è una scelta. Scegliere di essere ottimisti e fiduciosi non è solo apprezzabile ma, da oggi lo sappiamo, anche sano. Il tempo da vivere è comunque quello. Perché non scegliere di passarlo con un sorriso sulle labbra?

Fiammetta Scharf

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