Stare bene con se stessi non solo fisicamente ma anche mentalmente è il sogno di tutti: ma da cosa dipende? E soprattutto è possibile influenzare il percorso che ci porta a realizzarlo?
Il benessere psicologico è un fattore genetico, ma dipende parecchio anche da come e da dove si vive! Sono proprio gli stili di vita e l’ambiente, oltre al DNA, a determinare quanto si sia felice o meno. Lo dice il Psychological Medicine che ha recentemente pubblicato uno studio del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell’Istituto Superiore di Sanità: la ricerca è stata svolta su 742 coppie di fratelli gemelli, di età compresa tra i 23 e i 24 anni, scelti tra quelli iscritti al registro dello stesso ISS, e si è basato sul modello Ryff, ideato dallo psicologo omonimo, professore di psicologia all’Università del Wisconsin, per quantificare il grado di benessere psicologico appunto.
La scala è composta da 84 item, 14 per scala, coi quali gli individui danno un punteggio alla loro vita e a loro stessi riguardo a sei ambiti: l’autonomia, le relazioni positive e basate sulla fiducia con gli altri, la crescita personale, l’auto-accettazione, l’avere uno scopo nella vita e la padronanza ambientale.
Antonella Gigantesco e Corrado Fagnani, coautori dello studio suddetto, sostengono che “il benessere psicologico è influenzato sia da fattori ambientali non condivisi in ambito familiare che da fattori genetici“: il DNA avrebbe la meglio nel gestire i rapporti interpersonali – l’area delle relazioni di Ryff, mentre l’ambiente sarebbe fondamentale per quanto riguarda la capacità di affrontare lo stress e di agire autonomamente e la sfera di esplicitazione delle proprie capacità – aree rispettivamente dell’autonomia e della crescita personale.
Lo studio del CNESPS è servito per cercare di individuare dei fattori che potessero influire sul benessere mentale e, tramite esso, su quello fisico: aiutare a migliorare il secondo è compito della medicina, ma per il primo non sempre la attuale psicologia e psichiatria possono fare molto – basti pensare non tanto alle persone che hanno subito effettivi traumi personali, emotivi e/o fisici, ma al “semplice” stress che compromette la qualità di vita di ciascun individuo ciascun giorno, dagli adolescenti, alle donne incinta, ai lavoratori, ai disoccupati…
Il benessere psicologico è altrettanto importante quanto quello fisico, tanto più che la mancanza del primo abbassa notevolmente le difese immunitarie rendendo l’individuo più esposto alle malattie e allo stress: viceversa un fisico in salute può avere insita in sé una serenità spirituale in grado di incentivare le forze e di “favorire capacità di recupero” incredibili!
Se anche l’ambiente e gli stili di vita determinano la nostra autonomia e la nostra spinta a riuscire a concretizzare le nostre potenzialità e i nostri obiettivi, non è poi così impossibile stare meglio! Se siamo noi a poter influenzare il cammino degli altri, stiamo attenti al background che creiamo perché, in primis, sono le nostre energie che si trasmettono e che creano quell’armonia necessaria a migliorarci ogni giorno: cambiar aria per esempio potrebbe essere la soluzione migliore in quelle situazioni in cui chi e cosa ci circonda no fa che ostacolar noi e la nostra quiete.
E non è solo questione di felicità pura, ma di una propensione alla felicità stessa e alla nostra predisposizione a che si attui: anche le altre aree della scala di Carol Ryff presuppongono quella filosofia aristotelica a cui lo psicologo stesso si ispira e che crede che il sommo bene dell’uomo sia la realizzazione dell’autentica natura umana – il benessere eudaimonico: “la felicità è solo un aspetto di ciò che costituisce il benessere psicologico e non dovrebbe essere vista come l’indicatore principale di quel che distingue una buona vita“.
Ciò che allora conta davvero in questa strada che si inerpica in salita che è la vita, è la sensazione di farcela nonostante tutto, di essere in grado di affrontare la vita di tutti i giorni col sorriso e di continuare, nonostante gli ostacoli, a crescere a prenderci cura di noi e dei nostri cari.
Il segreto del vivere bene non è poi così celato: basta saper guardare e apprezzare cose che in genere non contano, basta accettarsi per quello che si è e imparare, una volta per tutte, a volerci bene davvero!
Valentina Nizardo