Come sempre di corsa, dopo una giornata di intenso lavoro milanese, mi scrollo di dosso la frenesia meneghina e mi intrufolo tra gli odori e i sapori del centro botanico, per la presentazione, martedì 27 aprile alle ore 18, del libro “Medicina Analogica. La fisiologia, un modello comportamentale” di Milena Simeoni e Davide M. Pirovano.
Il libro, presentato dalla stessa autrice ed edito da Tecniche nuove, ci aprirà le porte della cura non solo della mente ma anche del corpo: una medicina, quella proposta nel libro e nelle iniziative della Simeoni e di Pirovano, che vuole capire perché il corpo ha un determinato sintomo, perché ci trasmette quel segnale piuttosto che un altro e che, su questa premessa, propone percorsi di cura differenti e differenziati – basati tutti sulla naturopatia – non solo per una salute, ma anche per un mondo migliore.
“Empatia nei confronti di chi frequenta Lumen”. Ecco il messaggio della slide proiettata sul muro che mi accoglie appena la gentile Cinzia mi fa accomodare su una comodissima poltrona in prima fila. Io mi ero defilata come al mio solito. Ma forse è meglio, per una volta, farsi avanti.
Cos’è Lumen? A spiegarlo il dott. Canino – ginecologo dell’ospedale Niguarda – che per primo prende la parola. Lumen è la comune, come piace chiamarla a colei che l’ha fondata – anche se non ha niente a che vedere con il concetto di comune diffuso tra i più – dove vivono, insegnano, diffondono il pensiero analogico una cinquantina di persone circa. La fondatrice? Ma proprio la Milena autrice di svariati libri e che, alla sua prima presentazione pubblica, si sente un po’ in imbarazzata pur nel suo essere del tutto piacevolmente spontanea.
Il suo ultimo libro vuole portarci proprio all’interno di questa nuova dimensione medica che non solo istituzioni comunali e universitarie stanno portando alla ribalta: spaziando tra le nozioni di medicina classica, il testo introduce il pensiero analogico con tabelle che sintetizzano le analogie comportamentali dei diversi sistemi fisiologici e di alcune tra le patologie più note. Si arriva così al concetto di sintomo “amico” perché correlato analogicamente con qualcosa che va aldilà del sintomo stesso. Nelle parole di Canino affiorano accenni al pensiero indiano, cinese e ippocrateo nel tentativo di rilanciare uno studio olistico della persona, che non si rifaccia solo alla nostra tradizionale tipologia di cura, che si basa sui singoli organi e che non tiene presente le problematiche croniche dei singoli individui. Occorre una diagnosi globale, analogica appunto, che dia una visione d’insieme in cui i due emisferi del cervello, quello sinistro più analitico e quello destro atto a una visione più globale, non siano più scissi ma comunichino – come in realtà fanno da sempre. Basta saper ascoltar il corpo nel suo linguaggio per capirlo e uscire dai “pascoli consueti” che ci impediscono, per pigrizia, fretta o paura, di dar retta a ciò che ci appare come sconosciuto perché inspiegabile.
“Vi è mai capitato di essere in metrò e di sentirvi osservati da dietro?”. Nessuno può spiegare cosa sia questa sensazione, ma se ci si volta, si trova qualcuno che ci osserva davvero. L’abbiamo visto? No, l’abbiamo sentito. Non con le orecchie. Non col naso. Eppure sapevamo che qualcuno ci stava guardando. Come potevamo saperlo? E chi lo sa! Eppure lo sapevamo. È energia. Noi siamo energia. “Siamo l’energia che abita il corpo” come ci definisce Rossella De Focatiis de Il sapore del sapere – “chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere su www.saporedelsapere.it – la seconda a parlare per spiegarci la situazione dei media nei confronti della naturopatia. Pare proprio che “si stiano aprendo le porte” verso di lei, verso un nuovo modo di vivere che ci permetta di capire il corpo. “Ma cosa c’è dietro al corpo che parla, alle cellule che mandano messaggi?”. Bisogna capire il loro linguaggio: il sintomo è un modo di parlare. Attraverso la lettura del corpo ci mettiamo in contatto con lui proprio perché siamo l’energia che lo permea. Non lo capiamo per la fretta, per l’abitudine, per la paura di farlo, e non lo ascoltiamo mai del tutto. Come farlo, allora, in modo efficace?
Ecco la parola a Milena: “Come facciamo a capire il linguaggio del corpo umano, chiedete? Dove sta il nostro libretto di istruzioni? Ma è semplice: in noi stessi!”. Si può consultare sempre. Non solo razionalmente: siamo bombardati costantemente da informazioni sensoriali, energetiche ed emotive e non è che le emozioni vengono registrate a parte dalle reazioni fisiche, tanto meno i pensieri. Ogni corpo reagisce al medesimo stimolo in maniera soggettiva e anche laddove l’emozione è la stessa, la reazione cambia allo stimolo emotivo e anche a quello fisico.
Il corpo ha delle funzioni che si esplicitano su più livelli: appunto sul piano fisico, su quello emotivo e quello psichico. Ogni struttura fisica ha una sua funzione, ma non si esplica solo nel corpo: si pensa, ad esempio, che se non ho la cavità articolare a semicerchio che accolga l’anca, non posso camminare. Ma in realtà è proprio il contrario: è perché non cammino che non ho questa cavità. Ovvero “se non c’è la funzione, l’organo non va. Se mi relaziono in modo innaturale alla struttura, questa non si fortifica. È la capacità neurologica a ricreare la funzione per la quale la struttura è povera Questo vuol dire che la struttura non è solo fisica. Anzi…“. Abbiamo pochissimi neuroni attivi ma sono capacissimi di relazionarsi: le sinapsi non sono che relazioni. E noi, come i neuroni, siamo in grado di costruire relazioni e articolazioni prima che ossa e strutture.
Occorre, per tanto, creare armonia tra le parte. Il pensiero analogico è questo: è oltre il discorso, è “sopra il discorso” stesso. Milena ancora oggi, dopo quasi 20 anni dalla fondazione di Lumen, si sente una bambina nei suoi obiettivi: rendere il migliore mondo grazie proprio al modello analogico che ci permetta di conoscere l’uomo e il suo stato di salute pre renderlo in grado di rapportarsi armoniosamente agli altri.
Visibilmente commossa, Milena ci saluta e ci invita ad andare a trovarla a Piacenza, dove Lumen risiede. La gente si accalca, letteralmente, a chiedere autografi. Il mio posto in prima fila viene sommerso. E anche i miei piedi! Il bio buffet del Bar di artiginato alimentare mi aspetta nell’altra sala accompagnato dalla degustazione di vini del Cerchio – azienda a conduzione famigliare con sede a Capalbio, Grosseto che produce vini biologici da più di 20 anni. Ovviamente non posso perdermelo.
Sorseggiando un ottimo bicchiere di vino bianco, in compagnia del mio biondo cavaliere alsaziano e attendendo il caro dott. Soresi, sempre attivo nella ricerca di alternative alla medicina che tutto cura con le pastiglie, comincio a mettere insieme le idee: l’emisfero destro e quello sinistro collaborano, le cellule comunicano per far funzionare questa macchina assurda e meravigliosa che è il corpo umano, perché mai non dovrebbe farlo anche l’uomo coi suoi simili? Perché mai, senza varcare la soglia del nostro piccolo, non dovremmo comunicare noi con noi stessi? Sembra che non ci sia mai abbastanza tempo per ascoltarci. Sembra che non ci sia mai abbastanza spazio per noi, che si sia troppo pigri davvero per capire e ascoltar i segnali che il corpo ci manda.
I meccanismi fisiologici sono un modello-guida per un sano comportamento, non solo emotivamente parlando, ma anche fisicamente: il cardine di una sanità globale è proprio il non scindere i diversi aspetti che fanno parte dell’individuo. Ogni cellula comunica con le altre, ogni neurone è collegato agli altri con le sinapsi, ogni organo funziona nell’insieme, e mente e corpo non possono che fare altrettanto.
In una prospettiva più estesa, questo è ciò che succede anche tra individui e individui: la società è un insieme di cellule che si scambiano non solo parole, ma emozioni, energie, sentimenti. Se si vuole vivere in un mondo sano bisogna armonizzare le singole parti. Stesso discorso vale per l’individuo in sé: se vuole vivere in salute, deve sapere armonizzare spirito e soma, che non sono assolutamente scissi se non in una visione recente e tutta occidentale del mondo e dell’uomo.
Culturalmente abbiamo separato noi scienza e filosofia: non esiste nulla solo logico o solo astratto. Ogni parte del corpo lavora in concomitanza e in collaborazione con le altre: le sistole e le diastole, la contrazione e il rilassamento, ogni rapporto è dato dall’equilibrio tra due forze, tra il dare e il ricevere – la coincidenza degli opposti in quell’unità che è l’uomo, come la definirebbe Eraclito.
Cullata da questi pensieri un po’ filosofici, forse dettati dalla musica indiana in sottofondo, dal vino biologico e dalle prelibatezze dello chef, mi sembra di essere riuscita a mettere in comunicazione non solo i miei emisferi cerebrali, ma l’intero mio essere. Credo fermamente nelle parole di Milena, credo con tutta me stessa che non ci si ascolti mai abbastanza e che basterebbe davvero aprire un occhio all’interno di noi e non solo sul mondo per smetterla di rimpinzarci di pillole da un lato, e per vivere più serenamente i nostri rapporti con gli altri dall’altro. “Occorre essere selettivi coi fatti della vita e allenarci”, come ci consiglia Milena stessa. E se non ce la facciamo da soli a cambiare un’impostazione di vita che ci accompagna da sempre, possiamo sempre andare a trovarla: Lumen ci accoglierà empaticamente e ci insegnerà ad ascoltare e ad ascoltarci.
Valentina Nizardo