“Il diavolo veste Prada” docet: il look è miglior biglietto da visita. Immediato, efficace e silenzioso, ci aiuta a presentarci agli altri e a formulare giudizi.
Elementi fondamentali sarebbero in tal senso: il taglio dei capelli, il colore degli abiti, il modello di scarpe, la grandezza della borsa e, per i signori uomini, la fantasia della cravatta.
Quindi dopo aver indagato il desktop dei colleghi per conoscerne i segreti nascosti, come abbiamo avuto modo di leggere nell’articolo “Dimmi che desktop hai e ti dirò chi sei“, ora è il libro di Judi James esperta in Body Language: “Hai le scarpe giuste per chiedere un aumento?” (#linkaffiliazione), che ci aiuta a conoscere meglio i nostri vicini di scrivania, anche se questo breve vademecum è utile anche fuori dell’ufficio.
Secondo l’esperta ad essere rivelatrici sarebbero soprattutto le scarpe: infatti, le calzature rivelerebbero i pensieri segreti più di mille parole. Quindi, osservate le estremità delle vostre colleghe se volete sapere chi sono veramente. Si scopre così che chi indossa il tacco plateau, ha delle manie di controllo e punta a sovrastare gli uomini.
Mentre, chi indossa scarpe comode, soprattutto in sala riunioni, è destinata a perdere nel duello con la collega dal tacco a spillo… forse perché quest’ultima dimostra di non temere il sacrificio nella scalata al potere.
A parlare non sono solo le scarpe delle donne ma anche quelle degli uomini: le stringate sono scelte da chi ha una natura meticolosa, un intellettuale o uno stratega. Chi predilige il mocassino sarebbe un “maschio alfa” pigro, che non perde tempo e delega la fatica. Chi indossa gli scarponcini in camoscio preferisce aggirare le regole ma, spesso, non è destinato a fare carriera.
E passiamo ora all’altra estremità: i capelli. Dove scopriamo che sarà anche vero che gli uomini preferiscono le bionde ma se si vuole far carriera è meglio abbandonare le tonalità dorate…
Le bionde sono, infatti, considerate infantili ed innocenti. Alle brune è riconosciuta più intelligenza e decisione. Ed ecco la rivalsa definitiva delle more: guadagnerebbero addirittura il 71% in più rispetto alle rivali.
Per gli uomini, a sorpresa, il tanto discusso “riportino” svela un carattere deciso, da combattente. Guai a tagliare la strada a colui che si attacca con tenacia ai pochi capelli rimasti… di certo non si avrebbe vita facile!
Anche il modo di muoversi, compresi i piccoli tic, sono rivelatori della personalità dei nostri interlocutori: toccarsi i capelli è un rito auto-consolatorio, battere ritmicamente il piede rivela impazienza, mangiucchiare una penna denuncia distrazione mentre giocare con gli occhiali rivela la tendenza ad estraniarsi.
Anche il colore della camicia maschile “parla”: chi la sceglie bianca merita fiducia, così come chi abbina la camicia azzurra alla cravatta bordeaux.
Ma non bisogna dimenticare l’accessorio must dell’abbigliamento femminile: la borsa.
La borsa, come la psicanalisi insegna, svela parecchi tratti della donna che l’indossa. Chi ne sceglie una con molte tasche, non è ben organizzata ed è vittima dello stress. La tracolla dimostra un approccio pratico alla vita mentre, chi possiede un’ordinatissima pochette, ha manie d’autodisciplina. L’uomo con lo zaino, invece, coniuga i tratti dell’alpinista con quelli dell’impiegato.
L’opinione di Giovanni Scibilia, sociologo e studioso di consumi è che:
“l’immagine è sempre più importante anche se non si riduce ad un singolo elemento ma all’insieme delle cose, a come s’indossano e al fisico”. “L’importante è non cadere nel mimo, se non si porta mai la cravatta inutile indossarla per un colloquio, si rischia di essere smascherati. Il maglione alla Marchionne, per esempio, se lo può permettere lui solo perché è Marchionne”.
Insomma, mentire con l’abbigliamento è altrettanto arduo che mentire con le parole.