Alcuni gesti del corpo, talvolta inconsci, sono insiti nell’uomo ormai da millenni.
Mentre gli animali mostrano attenzione a modo loro, gli uomini alzano le sopracciglia in alcune fasi del loro pensiero e anche le pupille si dilatano a seconda delle emozioni che provano durante una conversazione.
Un gesto che ci sembra così naturale come il baciare ha radici primordiali che risalgono indietro nei tempi: alcuni scienziati hanno espresso la teoria che il bacio risalirebbe al gesto di popolazioni primitive in cui le madri masticavano il cibo per i figli piccoli passandolo attraverso la bocca. In alcune culture primordiali c’era la credenza che l’unione delle labbra tra partner fosse il significato dell’unione delle due anime.
Altrettanto antico sarebbe lo scuotimento della testa per affermare o negare: a studiarlo Darwin che riteneva che il gesto che si compie con la testa per affermare ricorda il movimento di suzione di un neonato. Contrariamente il “no” sarebbe il rifiutare il latte materno stesso.
Charles Darwin ha anche indagato sulle cause del pianto: il presupposto è che gli animali attivano una lacrimazione oculare quando hanno un piccolo corpo estraneo in un occhio. I bambini, invece, piangono per attirare attenzione. Nessuna spiegazione al pianto degli adulti: il naturalista dell’evoluzionismo affermò che un giorno “l’uomo non avrebbe più pianto, se non per cause di lacrimazione spontanea“, appunto data da un piccolo corpo estraneo nell’occhio. Ma riusciremo mai a fare a meno davvero di questa importante forma di espressione?
Il viso non segnala solo dolore, gioia, amore e disgusto ma anche attrazione e repulsione.
Il volto umano è ricco di segnali che esprimono agli altri il nostro gradimento verso il prossimo o verso le situazioni.
Nel viso il centro del piacere è la bocca.
Serve per succhiare il latte materno, per mangiare, per provare sensazioni piacevoli; quindi accarezzarsi le labbra, mordicchiarsele o, meglio ancora, passarci sopra la lingua indica un gradimento. Se il nostro interlocutore compie uno di questi gesti mentre stiamo parlando vuol dire che è interessato ai nostri argomenti. Se invece il segnale di gradimento viene dato continuamente, ad esempio mordicchiandosi il labbro significa che il gradimento riguarda la nostra persona.
Altri segnali positivi sono succhiare un oggetto, spingere le labbra leggermente in fuori (il cosiddetto “bacio analogico”), leccarsi le labbra, premere la lingua all’interno delle guance, accarezzarsi mento e collo. Spostare il busto o il corpo in avanti, verso gli altri, simboleggia un avvicinamento psicologico nei confronti dell’interlocutore! lo stesso vale per lo spostamento degli oggetti se per esempio seduti a un tavolo, il nostro interlocutore avvicina a sé una penna, un foglio, un bicchiere. Significa che l’argomento gli interessa e cerca simbolicamente di avvicinarlo a se.
Il naso è il centro dello sgradimento. Se mentre parliamo l’interlocutore si gratta il naso ripetutamente può significare che l’argomento gli stia causando una forte tensione. Si potrebbe obiettare: ma come, non ci si può grattare semplicemente perché il naso prude? Certo che sì.
Ma il prurito è causato da una vasodilatazione dei capillari, che reagiscono a situazioni di stress. E, se la persona che si gratta è stressata, ci sarà pure un motivo…
Anche spostare il corpo indietro, lontano dall’interlocutore, non è un buon segnale: equivale a prendere le distanze da lui. Così come spostare oggetti lontano da noi: significa che vogliamo allontanare l’argomento o la persona. Spolverare o spazzare via dagli abiti o dal tavolo polvere o briciole ha un significato preciso: non voglio farmi carico di questi problemi. Mentre il colpo di tosse e il raschiamento della gola sono un rifiuto netto di quanto stiamo dicendo.
Esistono, poi, altri segnali che non rientrano nelle categorie di gradimento o rifiuto, ma hanno un significato più complesso. Come grattarsi il capo: chi lo fa ha sicuramente un problema da risolvere. Mentre se il nostro interlocutore si gratta la fronte significa che non ha chiaro l’argomento della discussione e gradirebbe un chiarimento.
Grattarsi o massaggiarsi l’orecchio, o la zona circostante, esprime una pulsione sessuale inibita. Se si ci gratta l’orecchio destro vuol dire che siamo noi a porci delle remore; se si ci gratta quello sinistro è la controparte che non ci sta.
Questi segnali insieme a quelli delle gambe e dei piedi dovrebbero darvi un’idea abbastanza chiara se piacete o meno alla persona che vi sta di fronte, ricordando sempre la famosa frase di Sherlock Holmes, “un indizio è un indizio, due sono due indizi, tre sono una prova“.
Buona osservazione a tutti!
Manuela Marino