Una macchina del sonno? Possibile ed è uno spiraglio di luce per chi soffre di insonnia. In pratica, sarebbe un piccolo attrezzo portatile che manda al cervello delle onde per indurre il sonno.
Si tratta di un aggeggio ora in fase di sperimentazione da parte dei ricercatori coordinati da Luigi De Gennaro, docente di Psicologia alla Sapienza di Roma, e Paolo Maria Rossini, docente di Neurologia all’Università Cattolica di Roma, in collaborazione con i ricercatori dell’Istituto di Neurologia del Gemelli e all’Associazione Fatebenefratelli per la ricerca.
Per l’esperimento, alcuni giovani tra i 22 e i 28 anni, dormono ogni settimana al laboratorio di Psicofisiologia del sonno della Sapienza. Sulla loro testa viene poggiato uno strumento che produce una Stimolazione transcranica in corrente continua (Tdcs), per constatare, così, se questo stimolo è in grado di regolare l’addormentamento e indurre il sonno.
I volontari sono poi sottoposti a un elettroencefalogramma (Eeg) per monitorare la presenza effettiva del sonno, il tempo che passa tra la chiusura degli occhi e il reale addormentamento, le varie fasi che caratterizzano la “qualità” del sonno e le aree della corteccia cerebrale più stimolate dalla corrente applicata prima che i volontari si addormentino.
Il progetto è stato presentato al Congresso della Società europea di neurofisiologia clinica organizzato dai neurologi della Cattolica Paolo Maria Rossini e Vincenzo Di Lazzaro, in programma fino al 25 giugno al Sacro Cuore.
Germana Carillo