creatività

Creatività: una prerogativa di tutti? Sì, a patto di allenarla

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin

Ebbene sì, sembra proprio che la creatività sia alla portata di ognuno di noi, anche il più inflessibile, preciso e convinto “esecutore” di altrui idee e progetti.

Strano ma vero, una scoperta in controtendenza con un convincimento abbastanza radicato secondo il quale “creativi” si nasce e non si diventa. La vecchia teoria dice che il creativo ha una mente particolarmente votata all’inventare dal nulla, a sviluppare nuove soluzioni e a forgiare nuove realizzazioni nel segno dell’originalità. Il non-creativo ha altre qualità, altrettanto importanti, ma non segnate da questa qualità.

Insomma, due mondi ben distinti e separati. Una teoria piuttosto conservatrice. Ecco perché gli studi dello psicologo cognitivo Anthony McCaffrey chiamati Obscure Features Hypothesis ci dicono qualcosa di diverso, innovativo e forse più plausibile. Secondo questa teoria, non esisterebbero cervelli creativi e non, ma cervelli allenati alla creatività e altri, invece, arroccati a una sorta di “comodità cognitiva” che diventa pigrizia insanabile.

Lo studio, che ha coinvolto le Università di Amherst e Virginia Tech ed è stato pubblicato sulla rivista Psychological Science, ha analizzato tutte le grandi scoperte della storia. Il meccanismo che le regolava, rispondeva sempre, più o meno, alla stessa dinamica: si scopre un fenomeno oscuro e problematico e se ne trova la soluzione. Una sorta di lampadina del genio? Ebbene sì, a patto che si abbia il cervello allenato a superare la cosiddetta “fissità funzionale” che fa abbandonare subito la ricerca della soluzione, come se l’intelligenza subisse uno “scoramento generale”.

Come ci si allena, allora, ad avere intuizioni creative? Intanto, conoscendo bene problema e strumenti a disposizione per superarlo: degli esperimenti dello studio hanno dimostrato che chi ha più consapevolezza dei mezzi arriva più velocemente a soluzioni creative.

E poi, istruzione permanente: mai credere che non ci sia più niente da apprendere. Nuovi input, informazione, avere le “antennine” per tutto quello che ci circonda. Terzo, occhio all’utilità: c’è sempre un ritorno, qualcosa che ci servirà in futuro. Da questo punto di vista, la creatività, anche se dà l’idea di essere così elaborata, rivela il suo aspetto più autentico: il suo legame con la conservazione della specie e con la continuità della vita. Infine, la creatività non sempre spiazza e lascia a bocca aperta. A volte, un’idea creativa è solo un’idea che re-interpreta i tempi e gli stimoli del momento storico. Insomma, non condanniamo il principio di imitazione: ripetere qualcosa che già esiste, con una rivisitazione secondo nuovi input, è altrettanto geniale come inventare qualcosa di nuovo.

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin