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Papà in sala parto sì o no? Scoprilo con questo test

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Un vero e proprio rischio la presenza del futuro papà in sala parto. Sia per la salute del neonato, sia per la stabilità del nucleo familiare.

Così, se è vero che negli ultimi anni gli uomini stiano riscoprendo il gusto di essere genitori, è anche vero che se presenti in sala parto nel momento fatidico rischiano il fallimento matrimoniale. Secondo i dati ISTAT, nelle Regioni del Nord Ovest d’Italia, 8 mariti su 10 assistono al parto, e si separa una coppia su 2,5. Al Centro, i papà presenti sono il 63%, mentre le separazioni sono una su 4,5. Nelle Isole Maggiori, solo la metà dei mariti o compagni è presente e qui le separazioni sono una su 7. Nel Sud il marito entra meno in sala parto, solo 30 su 100, e le separazioni diventano soltanto una su 8.

Insomma, una decisione da non prendere con leggerezza, “a volte il marito può portare in sala parto ansie e problematiche che dovrebbero essere estranee ad un momento così delicato, in cui c’è in gioco una vita fragilissima – sottolinea Riccardo Ingallina, direttore del reparto di Ostetricia e Ginecologia della Casa di Cura Villa Pia di Roma – E le conseguenze più gravi possono ricadere sul neonato, ma anche sulla mamma, in termini fisici e psichici. È fondamentale la massima attenzione durante le ultime ore della gravidanza. Nella nostra struttura ogni anno ci occupiamo di far nascere 600-700 bambini, seguendo le future mamme per lungo tempo, prima, durante e dopo il parto. Sarebbe meglio optare per un parto personalizzato, in quanto quello abituale e comune è impersonale e poco umanizzato“.

Il monito viene anche dall’estero. Secondo il ginecologo francese Michel Odent, pioniere del parto naturale, durante il parto la figura maschile dovrebbe essere assente. Non si parla solo di papà ma anche di infermieri ed esperti. In alcuni casi tale presenza provocherebbe anche il cesareo.

A Roma presso la Casa di Cura Villa Pia è stata messa a punto un semplice test psico-comportamentale volto ad aiutare e a capire se il papà in questione abbia o meno la propensione alla genitorialità.

Se alle seguenti domande si ha un punteggio maggiore o uguale a 10, il padre può essere presente.

Domande per lei:

1. Lui si accorge se tu hai qualche problema?

a. Sempre (2 pt )

b. Talvolta (1 pt)

c. Quasi mai (0 pt)

2. Lui ricorda il tuo ultimo flusso mestruale?

a. Esattamente (2 pt)

b. A volte (1 pt)

c. Mai (0 pt)

3. Vedete insieme la TV?

a. Sempre (2 pt)

b. Talvolta (1 pt)

c. Mai (0 pt)

4. Lui ti accompagna dal dottore?

a. Sempre (2 pt)

b. Talvolta (1 pt)

c. Mai (0 pt)

5. Lui ti accompagna a scegliere i vestiti?

a. Sempre (2 pt)

b. Talvolta (1 pt)

c. Mai (0 pt)

Domande per lui:

1. Ti ritiene emotivo?

a. Molto (0 pt)

b. Poco (1 pt)

c. Per nulla (2 pt)

2. Ti medichi da solo le piccole ferite?

a. Sempre (2 pt)

b. Talvolta (1 pt)

c. Mai (0 pt)

3. Fate insieme vacanze avventurose?

a. Sempre (2 pt)

b. Talvolta (1 pt)

c. Mai (0 pt)

4. Quante volte hai preso un bimbo in braccio?

a. Più di 5 (2 pt)

b. Meno di (5 1 pt)

c. Mai (0 pt)

5. Hai frequentato le lezioni del Corso pre-parto?

a. Con interesse (2 pt)

b. Per dovere (1 pt)

c. Mai (0 pt)

IL DECALOGO

Il Professore Riccardo Ingallina, nuovo Responsabile della U.O. di Ostetricia e Ginecologia della casa di cura Villa Pia, propone un decalogo per gli uomini, cui bisogna adeguarsi durante le ore che interessano travaglio e parto.

Le cose che il padre deve fare durante il parto sono:

1. aiutare la partoriente a seguire le indicazioni del personale di assistenza

2. simulare con la partoriente durante le doglie la respirazione imparata al corso pre-parto

3. accarezzare la fronte e idratare le labbra della partoriente

4. sorvegliare la flebo ed il monitoraggio CTG insieme all’ostetrica

5. allontanarsi prontamente se viene invitato a farlo fino a quando non viene riammesso.

Non deve, invece:

1. fare troppe ed inopportune domande alla partoriente ed al personale di assistenza

2. trasmettere ansia contagiosa

3. spostarsi continuamente dal posto assegnatogli

4. deconcentrarsi dal compito di occuparsi solo ed unicamente con tanto affetto della partoriente

5. abbandonare la neo-mamma dopo aver visto il/la neonato/a come se il suo compito fosse finito lì

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Giornalista pubblicista, classe 1977, laurea con lode in Scienze Politiche, un master in Responsabilità ed etica di impresa e uno in Editing e correzione di bozze. Direttore di wellme per tre anni, scrive per greenMe da dieci. È volontaria Nati per Leggere in Campania