“Caro sei sfuggente, mi stai nascondendo qualcosa?” Sì, può darsi che non vi abbia detto proprio tutto, ma, talvolta, per il bene della coppia è meglio!
No, non sto incoraggiando la fondazione del club dei bugiardi e non vi sto invitando a trovare ogni sera una scusa diversa per le vostre scappatelle. È vero però che in alcuni casi non è il parlare di tutto, sempre e comunque, a favorire l’armonia in una relazione. All’inizio di una storia, la trasparenza è vista come una prova d’amore, è considerata presupposto necessario per dar vita ad un legame duraturo; se nel corso del tempo rimane però l’unica lingua di intimità, il rapporto tende a logorarsi.
Il desiderio, lo sappiamo, si nutre di inaccessibile, di mancanza, di mistero: è allora il primo a fare le spese dell’eccessiva confidenza. “Ogni individuo ha bisogno del suo giardino segreto – ha dichiarato Pierre Levy-Soussan, psichiatra e psicoanalista – perché è all’interno del giardino, che alimenta i suoi pensieri, le elaborazioni personali e può indulgere nell’illusione. Dal momento della nostra nascita, le illusioni e le delusioni si succedono per permetterci di cogliere la realtà in maniera autentica, ma anche per darci una speranza di cambiamento. L’illusione ci porta a trasformare il mondo e creare, per questo è necessaria ad una coppia che voglia mantenersi dinamica e in continua evoluzione .”
Tuttavia, molte coppie – e i terapisti ne trovano ogni giorno in analisi – considerano la loro relazione come uno spazio sicuro e protetto, uno spazio intimo ed esclusivo in cui tutto deve essere detto. Il che, naturalmente, non è sbagliato a priori; è lontana da noi l’idea di fornirvi in questo spazio qualche comoda giustificazione per i vostri segreti poco limpidi. Ciò che qui vogliamo capire insieme è quando la confidenza, invece di far crescere il rapporto di coppia, genera invece delle difficoltà. “Abbiamo una tale paura di essere soli con noi stessi, con ciò che di noi stessi comprendiamo a stento – afferma Alain Héril, psicoterapeuta e sessuologo – che molti pensano che parlando andranno ad annullare la solitudine ed a mantenere le loro anime pure. Sono in uno stato di illusione di simbiosi”.
Insomma “quando si ama, non si fa nulla per nascondere” sembra essere la norma che regola questi rapporti. Come se la trasparenza fosse la garanzia del vero amore. Non si nasconde invece in questo offrirsi nudo all’altro e nel pretendere altrettanto, il desiderio di essere percepiti come puri da ogni colpa, da ogni responsabilità?
“E ‘un errore pensare che non vi siano segreti, persino nei confronti di se stessi – ha dichiarato Patrick Estrade, psicologo e psicoterapeuta di coppia, autore di Couple retrouvé, Dangles, 1991- Molti dei nostri pensieri, quando sono troppo invadenti, troppo negativi, perversi, immorali o aggressivi, passano attraverso il filtro del nostro inconscio e rimangono prigionieri. In altre parole, essi sono rimossi. Si può chiamare questa l’ombra, il lato negativo di noi stessi. E come noi manteniamo la nostra ombra, dovremmo imparare a non riversare tutto ciò che ci riguarda sull’altro”. Dovremmo concludere che il segreto, la repressione e l’occultamento sono i migliori alleati della coppia? “Non è così – ribatte Patrick Estrade – Non bisogna confondere trasparenza di personalità ed incontinenza di pensiero e parole!“
Per trovare l’equilibrio tra l’onestà e la verbalizzazione eccessiva e devastante, il terapeuta incoraggia lo sviluppo consapevole di un “filtro“. Ciò significa distinguere tra “pensiero costante“, quello che impegna il rapporto in profondità e durata, e “pensieri epifenomenici“, quelli che non avranno sulla coppia alcun impatto il giorno dopo o in futuro, ma di cui la verbalizzazione può avere effetti negativi. In particolare sono da condividere tutte le analisi, critiche, dubbi, ma anche i desideri ei progetti che favoriscono il rapporto, perché sono stati precedentemente oggetto di attenta considerazione. E sono da tenere solo per sé tutti i pensieri che ci appartengono troppo da vicino, quelli che sono troppo legati al nostro trambusto interiore per essere consegnati come tali agli altri.
“Se il nostro bisogno di verbalizzare paure o ansie esistenziali è troppo forte – dice Patrick Estrade – rivolgiamoci ad un estraneo non coinvolto. Così per i segreti, le ferite, la cui condivisione non solo non alleggerisce colui che se ne libera, ma aggrava l’altro di un peso di che egli non sa gestire. “È meglio riflettere attentamente prima di raccontare alcuni fatti dolorosi della propria infanzia, ad esempio l’aver subito percosse da parte dei genitori – dice lo psichiatra e psicoanalista Yves Prigent – Alcune scene sono soggette ad un tabù che una confessione, invece di lasciare all’altro la possibilità di capire meglio, fissa in una immagine stereotipata che chiude l’orizzonte della conoscenza. Ma questi segreti così pesanti da sopportare, così difficili da elaborare, perdono il loro potere velenoso se affrontati durante un lavoro in terapia“.
Pertanto la storia se assimilata, rielaborata durante delle sedute di terapia, può essere poi condivisa, se lo si desidera, con il coniuge come segno di fiducia e di intimità. Il segreto non è più un fardello.
Se non vi è nessuna guida al buon uso del segreto, ci sono però alcuni elementi che ci possono aiutare a delineare un confine tra ciò che può essere condiviso e ciò che deve rimanere nascosto. “Tutto quello che è taciuto per preservare l’altro e prendersene cura, con delicatezza – afferma Yves Prigent – è un segreto buono“. Nel campo della sessualità, se le confidenze mettono in scena una terza persona, passata o presente, e sono troppo prolisse, sfociano poi nel voyeurismo,eventualmente sadismo, atteggiamenti che non hanno nulla a che fare con la lealtà. Nella zona di ombra, mal delimitata, tra svelare e nascondere, i segreti sessuali sono particolarmente difficili da gestire, a partire dalle fantasie. “Ci sono due tipi di fantasie – spiega Alain Héril – quelle che appartengono al dialogo sessuale tra i due partner e quelle all’interno del nostro lato oscuro, che riguardano solo noi. Una delle mie pazienti ha avuto la fantasia, piuttosto comune, di fare l’amore con il migliore amico di suo marito. Ha avuto la cattiva idea di affidare questa confessione al marito e ciò ha avuto su di lui un effetto devastante. Quello che è stato il suo motore libidico è diventato un inferno per lui”.
Allo stesso modo, una relazione extraconiugale, occasionale e priva di quel coinvolgimento emotivo che potrebbe minacciare la coppia, dovrebbe, secondo sessuologi e terapeuti sessuali, rimanere segreta. L’ammissione di una notte può distruggere una coppia; mantenere il segreto, invece, “può effettivamente accendere la libido di entrambi i partner, la può rivitalizzare“, spiega Alain Héril.
Fortunatamente, non tutti i segreti della coppia sono fatti di menzogne o dramma. Alcuni esistono semplicemente per dare un po’ di magia e di mistero alla propria esistenza. Questi sono i segreti definiti di “assenza ingiustificata”. C’è chi coltiva l’avidità di piccole bugie, innocenti, se vogliamo, ma comunque..bugie! Alcune donne, mentre il marito le crede al lavoro, si divertono a far shopping con le amiche o a trascorrere una serata al cinema, invece che, come dichiarato, a far visita alla madre. Occasioni che regalano un’opacità e che offrono l’impressione di vivere vite diverse e di essere scivolose come pesci. Beh, evitate questi comportamenti se, come accade a me, il solo pensiero di fare qualcosa in segreto vi procura un’ansia tale da vanificare gli effetti positivi di una complice serata tra girls! Il limite di questo genere di bugie? Non fare nulla che potrebbe causare problemi al partner, se scoprisse la realtà. Il rispetto per l’altro è il solo limite al territorio dei nostri giardini intimi.
Sono stati interpellati diversi terapeuti della coppia su quali siano le riflessioni utili da fare prima di svelare un segreto al partner, indipendentemente dalla natura del segreto stesso. Ne è scaturito un piccolo questionario che ciascuno può fare autonomamente e che vi proponiamo.
Esplorate le motivazioni
- Rivelare queste informazioni sulla mia realtà più intima può danneggiare il nostro rapporto?
- Sono tentato/a di “scaricare” il mio problema sul mio partner, invece di pensarci da solo?
- Parlare con lei/lui in dettaglio di questo evento non nasconde in realtà una forma di esibizionismo, e anche il sadismo?
Valutate le conseguenze
- Rischio di sentirmi colpevolizzato/a o umiliato/a dall’interpretazione che il partner può dare all’evento che sto per confidare?
- Avrebbe preferito non sapere ciò che voglio rivelare?
In caso di risposta affermativa alla maggior parte di queste domande, è meglio astenervi dal parlare per il momento!
Francesca Di Giorgio