Tra uomini e donne – si sa – le differenze sono tante e talvolta anche abissali. Da oggi, alla nostra già lunga lista, possiamo aggiungere l’ennesima: la sudorazione.
Ebbene sì, perché, secondo i risultati di uno studio condotto dall’Osaka International University e dall’Università di Kobei (Giappone) e pubblicato su Experimental Physiology, gli uomini suderebbero “meglio” delle donne: a parità di sforzo fisico, infatti, i primi “grondano”, mentre le seconde si “imperlano” appena.
La sudorazione è un fenomeno naturale necessario per la regolazione della temperatura corporea e per l’eliminazione delle tossine in eccesso.
Il team di ricercatori – guidato dal dottor Yoshimitsu Inoue – ha sottoposto 37 persone (20 uomini e 17 donne) divise in quattro gruppi – uomini allenati e non, donne allenate e non – a un’ora di attività fisica a temperaura controllata e a intensità crescente per monitorarne le reazioni.
I risultati hanno mostrato che gli uomini sudano di più e che la quantità di sudore emessa è proporzionale all’aumento dell’intensità dell’allenamento. Le donne, invece, richiedono un forte aumento della temperatura corporea prima di iniziare a sudare e, in particolare, a far registrare i livelli più bassi di sudorazione sono state le donne non allenate.
Inoltre, gli scienziati hanno notato che, mentre per gli uomini è sufficiente compiere sforzi appena più intensi per iniziare a sudare, le donne hanno un maggior adattamento dell’organismo alla temperatura corporea in aumento e iniziano a sudare più tardi.
Secondo Yoshimitsu Inoue, alla base di tutto potrebbe esserci una ragione evoluzionistica: “Le donne hanno generalmente meno fluido corporeo degli uomini, il che le porta a essere disidratate più facilmente – spiega -. Pertanto, sudare di meno può essere una strategia di adattamento per la sopravvivenza in un ambiente caldo. Il tasso di sudorazione più alto negli uomini può essere invece una strategia per una maggiore efficienza legata a lavori fisici“.
Non sarà semplicemente che, noi donne, cerchiamo di rifugire – anche incosciamente – situazioni imbarazzanti?
Silvia Pluchinotta