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Il gioco del Tetris aiuta a superare i traumi

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Gioca a Tetris che ti passa“. Potrebbe diventare il nuovo slogan per affrontare i momenti di forte tensione emotiva.

Sembra una banalizzazione, una leggerezza data dall’incapacità di comprendere la reale portata delle difficili situazioni della vita. Si tratta, invece, del risultato cui sono giunti dei ricercatori dell’Università di Oxford, guidati dalla psicologa Emily Holmes.

Gli studiosi hanno scelto alcuni volontari ai quali sono state mostrate immagini che illustravano scene di violenza. Subito dopo a questi stessi soggetti è stato chiesto di cimentarsi nel gioco del Tetris. Incredibile ma vero: impegnati nel gioco, tutti intenti ad impilare i mattoncini, i volontari dimenticavano anche le immagini più cruente visualizzate poco prima e tale benefico effetto si protraeva anche per alcune ore dopo il gioco.

La conclusione è dunque che il Tetris è in grado di liberare le menti dei soggetti intenti al gioco dalla presenza di ricordi traumatici, legati ad esperienze forti vissute. Un ottimo aiuto, dunque, nell’affrontare i disturbi post traumatici da stress.

Questo risultato non si ottiene con qualsiasi attività ludica che impegni la mente, ma soltanto con giochi visuo-spaziali, come il Tetris appunto. In un successivo esperimento, infatti, ai volontari è stato chiesto di cimentarsi in giochi di tipo diverso, come ad esempio i quiz, ma le attività non erano in grado di influire sui processi mentali di conservazione o temporanea rimozione delle immagini traumatiche viste.

Gli psicologi dell’Università di Oxford hanno tuttavia riconosciuto che un gioco come il Tetris può influire positivamente sulla memoria solo nel caso di traumi di lieve o media entità: situazioni particolarmente gravose, forti ed improvvisi shock subiti possono essere rielaborati e superati soltanto con il ricorso alla psicoterapia. I risultati dello studio, tuttavia, aprono importanti strade all’approfondimento delle connessioni tra gioco e memoria, sottolineando l’efficacia anche terapeutica, di un’attività ludica mirata.

Francesca Di Giorgio

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